La motivazione per spezzare ogni catena di odio

PENSIERO PER DOMENICA – VII TEMPO ORDINARIO – 20 FEBBRAIO

Continuiamo la lettura-meditazione del “Discorso della pianura” di Gesù. Nel brano odierno (Lc 6,27-38) troviamo una delle vette dell’amore: amare i nemici. Questa richiesta, apparentemente impossibile, riflette l’agire di Dio che «perdona tutte le tue colpe… Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe». Gesù non ha fatto altro che ribadire e rendere visibile questo stile di vita. Chiedendo ai suoi discepoli di provare a imitarlo.

La motivazione per spezzare ogni catena di odio
Davide prega in ginocchio e davanti al Risorto, da miniatura, Libro d’ore (Chantilly, Museo Conde).

Anche nell’AT ci sono casi di amore al nemico. Come nella prima lettura che ha per protagonista il giovane Davide (1Sam 26,2-23). Dopo il duello con il gigante Golia era diventato un eroe nazionale, più famoso del re Saul, al punto che questi, invidioso decise di ucciderlo. Davide fuggì, rifugiandosi nel deserto, inseguito da Saul e dal suo esercito: tremila uomini contro uno! Una notte, mentre tutti dormivano, Davide riuscì a entrare nel campo nemico e a individuare Saul che dormiva per terra, con la lancia conficcata nel terreno, a pochi centimetri dalla sua testa. Davide avrebbe potuto ucciderlo, seguendo il suggerimento di Abisai. Scelse invece di non infierire sul nemico che, in quel momento, era indifeso, limitandosi a portare via la lancia e la brocca del re, come prova della scelta che aveva fatto.

Il gesto di Davide anticipa la richiesta di Gesù: «A voi che ascoltate, dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano». Gesù non si è limitato a proporre il comandamento dell’amore esteso fino al nemico; ne ha dato la motivazione: «Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro». Dio ama sempre e ama tutti: «È benevolo verso gli ingrati e i malvagi». Questo motiva l’invito a spezzare la catena dell’odio, esemplificato con immagini celeberrime: il porgere l’altra guancia, il cedere oltre al mantello anche la tunica, donare gratuitamente e non pretendere la restituzione.

Ma come è possibile amare il nemico? Gesù ha indicato i passi da compiere: ricordare che l’amore non è solo un sentimento, perché “al cuore non si comanda”. Non possiamo spegnere i sentimenti e le emozioni; possiamo però tenerli sotto controllo. Poi magari, con un atto di volontà, imporre a noi stessi dei gesti di bontà immeritati dall’altro: gesti che sorpassano i sentimenti. Ancora: l’amore al nemico può cominciare dalla testa; dai pensieri: «Non giudicate e non sarete giudicati, non condannate e non sarete condannati». Più realistico e alla nostra portata è l’invito di Gesù a pregare per chi ci maltratta. Questo è possibile sempre.

Lidia e Battista Galvagno

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