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Dopo cento giorni senza pioggia la siccità è grave nel bacino del Po

La crisi idrica che interessa il bacino del fiume Po peggiora 1

AMBIENTE La siccità in tutto il distretto padano è grave dopo che negli ultimi cento giorni le precipitazioni tipiche della stagione sono state assenti.

Le portate del fiume Po e dei suoi affluenti toccano record negativi, con situazioni molto critiche a Piacenza, Cremona e in Piemonte, dove comincia a esserci un grosso punto interrogativo per il via alla stagione dell’irrigazione.

I grandi laghi sono pieni solo per il 30% e la carenza idrica preoccupa non solo gli agricoltori ma anche le centrali idroelettriche in un momento storico in cui c’è bisogno sempre di più sia di energia sia di raccolti che possibilmente non dipendano dall’estero.

L’aggiornamento dell’Osservatorio delle crisi idriche, convocato dall’Autorità distrettuale del Fiume Po – Ministero transizione ecologica (Adpo-Mite), non lascia grossi sospiri di sollievo. «La portata del fiume Po in questo momento ci dimostra in molte sezioni che siamo in condizioni di estrema severità idrica», spiega Meuccio Berselli, segretario generale di Adbpo-Mite, che fa il punto su cosa succede o può succedere di qui ai prossimi giorni o settimane.

«Fra poco inizia la stagione dell’agricoltura in cui dobbiamo prelevare acqua e distribuirla. Quindi da subito occorre istituire le deroghe», cioè «consentire il prelievo» di acqua per garantire i raccolti e per permettere al settore idroelettrico di produrre energia. «Perché in una situazione così drammatica per la geopolitica attuale noi dobbiamo portare a maturazione i nostri raccolti e fare energia idroelettrica».

Berselli evidenzia come preoccupante sia anche il dato sull’intrusione del cuneo salino (la penetrazione dell’acqua marina verso l’entroterra) che ha superato i 10 chilometri di intrusione dalla costa, principalmente nel ramo di Pila e Goro, con un valore tipico del periodo estivo.

Coldiretti stima che questa siccità minaccia oltre un terzo della produzione agricola nazionale, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano, e la metà dell’allevamento. I livelli delle portate del Po sono scesi sotto quelli minimi in alcune stazioni di registrazione. Anche gli affluenti del grande fiume evidenziano «decise carenze», con qualche record, come per Trebbia, Secchia e Reno ai minimi storici dal 1972. Mentre Dora Baltea, Adda, Ticino hanno perso tre quarti della loro abituale portata.

La temperatura invernale è stata più alta anche di 2,1-2,5 gradi rispetto alla media stagionale, vento e mancanza di neve hanno peggiorato il quadro. L’inverno 2021-22 resta uno dei più caldi e secchi di sempre, in cui il deficit medio di precipitazioni tocca -65%.

Tale «stabilità climatica» in base ai modelli previsionali è destinata a perdurare nel prossimo periodo: all’orizzonte si intravedono solo piogge inferiori alle medie e temperature piuttosto elevate. Una condizione, sottolinea l’autorità, che «lascia presagire come la disponibilità d’acqua attuale, non aumentando, difficilmente potrà colmare i fabbisogni della prima parte dell’estate, generando inoltre una probabile situazione di forte pressione per l’habitat fluviale, oltre al comparto idroelettrico che registra già i minimi di produzione degli ultimi 20 anni».

Ansa

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