Ultime notizie

Impollinazione precoce: da Arpa l’allerta sul clima fuori controllo

Impollinazione precoce: da Arpa l’allerta sul clima fuori controllo

ECOLOGIA L’ultimo spunto di riflessione, sul clima, è contenuto in un rapporto firmato da Arpa, dal titolo Polline del nocciolo sentinella del cambiamento climatico in Piemonte. Secondo i ricercatori l’anticipo nell’emissione di polline verificatosi a metà febbraio, anziché nel periodo primaverile, sarebbe un «chiaro sintomo del cambiamento in atto».

Lo studio rileva come «il freddo al di sotto della media di inizio inverno e, al contrario, il periodo mite e siccitoso di gennaio abbiano influito sul ciclo del polline di Corylus (il nocciolo, nda), con un anticipo dell’emissione e un aumento quantitativo delle sue concentrazioni». Si rischiano impatti sulla salute della popolazione allergica: «Chi ne soffre potrebbe non essere pronto ad affrontare, con misure terapeutiche, la presenza dei pollini».

Negli stessi giorni si è tenuto il Consiglio regionale aperto sull’emergenza climatica, dieci ore di dibattito richiesto dagli attivisti di Extinction rebellion e Fridays for future. Durante la seduta, spiega il presidente regionale di Legambiente Giorgio Prino, «la maggioranza è riuscita a non prendere nessun impegno ecologico, ha accusato di ideologismo gli ambientalisti, oltre a ignorare gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Europa». E ha infine aggiunto: «Ci colpisce come dieci ore di discussione siano stati cancellati dall’approvazione di tre ordini del giorno. Un dibattito ricco e approfondito, basato su presupposti scientifici, è stato rimosso per la difesa di interessi di gruppi poco inclini a comprendere la gravità della situazione: un arrocco antistorico».

Attenzione particolare merita il tema energetico: «Indicare il nucleare come soluzione, dopo due referendum contrari e quarant’anni di ricerca vana di soluzioni al problema delle scorie è prendere in giro la cittadinanza».

Intanto, il Piemonte, fortemente colpito dagli effetti dell’emergenza climatica, e in preda a una siccità mai vista, rischia di perdere molto in termini di biodiversità, «con effetti devastanti su interi comparti produttivi, a partire da quello agricolo: la viticoltura vedrà ridursi le aree vocate del 75 per cento», ha concluso Prino.

r.a.

Banner Gazzetta d'Alba