Ultime notizie

Interrogativi di un credente di fronte a guerre e violenze

Interrogativi di un credente di fronte a guerre e violenze
Ucraina, 2 marzo 2022: la città di Kharkiv colpita dalle bombe

DAL NAZISMO ALL’UCRAINA Se un autista, delinquente o impazzito, comincia a scorrazzare per una via, seminando terrore e morte, cosa deve fare un credente? Limitarsi a soccorrere i feriti e pregare per i morti o deve fare il possibile per fermarlo?

Con questa immagine Bonhoeffer, teologo tedesco, impiccato a 39 anni nel campo di Flossenbürg presso Monaco il 9 aprile 1945, giustificò il suo coinvolgimento nella resistenza al nazismo, fino ad appoggiare un tentativo di assassinare Hitler, specificando: «Siamo entrati in un tempo nel quale il pensiero non può più essere il lusso dello spettatore, ma deve porsi interamente al servizio dell’azione». In questa ora drammatica per l’Ucraina, molti si interrogano su cosa fare. Credo che le tre scelte prospettate da Bonhoeffer siano da tenere tutte in considerazione.

È bella ed encomiabile la corsa alla solidarietà a cui stiamo assistendo: fornire a chi è nel bisogno vestiti, medicinali, cibo. Addirittura inaspettata la disponibilità ad aprire le porte per accogliere donne e bambini che fuggono dalle bombe. Altrettanto apprezzabile la catena di preghiere a Dio, per affidare a lui le persone che soffrono e muoiono, chiedendo il dono della pace. Ma ogni volta che provo a pregare così, chiedendo a Dio di fare qualcosa, mi pare di sentire la battuta di un grande maestro di spiritualità, che mette sulla bocca di Dio questa risposta: «Ma io ho già fatto qualcosa: ho fatto te!».

E allora è giusto concentrare la nostra attenzione sulla terza alternativa prospettata da Bonhoeffer: come fermare il criminale che sta massacrando la popolazione dell’Ucraina? La soluzione di fornire agli ucraini le armi per difendersi è una proposta istintiva e disperata: queste armi non arriveranno mai in tempo e non saranno sufficienti a fermare i missili che piovono dal cielo e una colonna di 60 Km di mezzi corazzati che procede via terra.

Le armi possono soltanto prolungare l’agonia e aumentare il numero dei morti. Oltretutto l’orografia dell’Ucraina esclude una resistenza a oltranza come è avvenuto in Afghanistan. L’unica nostra possibilità è l’uso di tutti i mezzi non violenti per mettere “fuori gioco” chi non rispetta le regole che l’umanità si è data. Lo sport ha dato l’esempio, estromettendo, con un tempismo eccezionale, tutte le squadre russe dalle competizioni. Se questo fosse avvenuto o avvenisse a tutti i livelli, forse ne vedremmo gli effetti. Ma la decisione, per essere efficace deve essere corale e tempestiva: chiusura dei confini a ogni cittadino russo, sospensione di ogni commercio con la Russia, blocco dei flussi finanziari.

In un mondo globalizzato nessun leader politico messo al bando da tutto il mondo, potrebbe resistere al potere. Una deliberazione del genere, mai assunta in passato, sarebbe la svolta invocata da papa Francesco e forse scoraggerebbe altre guerre.

Una scelta del genere avrebbe un costo anche per noi: vorrebbe dire meno calore nelle case, pagare più care le bollette, sopportare, per alcuni mesi, una crisi economica. Qualcuno dice che ci “metterebbe in ginocchio”. Ma un po’ di sobrietà sarebbe salutare per tutti. Un credente poi sa che lo stare in ginocchio, sia esso per pregare o per solidarietà, è principio di salvezza.

Battista Galvagno

Banner Gazzetta d'Alba