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Lettera al giornale: non vedo più mio padre

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LETTERA AL GIORNALE Sono figlio e amministratore di sostegno di mio padre Bruno, che in seguito a un ictus è ricoverato in una casa di riposo a Cortemilia. Da due mesi non vedo mio padre, prima potevamo vederlo per mezz’ora a settimana e per metà della visita mio padre piangeva. Ma in questi due mesi ci è stato impedito.

Intanto mio padre e altri ospiti della struttura hanno contratto il Covid-19. Io e mia sorella abbiamo entrambi tre vaccini e ritengo inumano non averci permesso di vederlo, come pure ridurre le visite a una alla settimana. Sottolineo che da quando è ricoverato non ho mai potuto vedere la sua camera, né le reali condizioni dei luoghi dove passa le giornate. Vi ringrazio per l’attenzione che date a questo dramma di noi parenti, ma soprattutto degli ospiti delle case di riposo.

Vorrei anche sottolineare, per evitare fraintendimenti, che il personale della casa di riposo dov’è ospitato mio padre si è comportato sempre in modo gentile e professionale, ciò non toglie che la situazione degli anziani e dei loro familiari sia diventata insostenibile: la salute non risiede solo nella mancanza di malattie, ma anche in una vita di relazioni, in particolare con i familiari, cosa che in questo momento è impedita.

Marco Albarello

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