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Abitare il piemontese: questa settimana giochiamo a balon

Abitare il piemontese: questa settimana giochiamo a balon
I campionissimi Felice Bertola e Massimo Berruti con il nostro collaboratore Fabio Gallina davanti al murale che Bosia ha dedicato ad Augusto Manzo e a Franco Balestra.

ABITARE IL PIEMONTESE Balon significa pallone, in senso ampio. Ma qui con balon (pronuncia balun) s’intende il gioco della pallapugno, il balon a pugn. Si volesse parlare dell’altro pallone, quello da calcio, si prende a prestito una parola inglese: folbal.
Nel Sud del Piemonte e in una parte di entroterra ligure, ogni paese ha almeno una via o una piazza destinata a diventare la lizza di proverbiali partite di pallapugno nelle domeniche del Novecento. Bàgna, passa, possa! Sono sufficienti cinquanta metri di spazio in lungo e qualcuno che lanci la sfida con tono eroico, bonario o suon di scommesse (di cui già parlammo in un’altra puntata).

Abitare il piemontese: questa settimana giochiamo a balon 1

Attività antica e teoricamente povera, vive in spazi che rimangono uguali a sé stessi; case e chiese fanno parte del terreno di gioco. Quattro giocatori per squadra (battitore, centrale o spalla e due terzini) utilizzano bende e cuoio come ferri del mestiere per avvolgere la mano che ricaccerà quella palla piccola e dura. T’hai arcassà an bel balon, vah! Si gioca da professionisti o da amatori. Si gioca “alla lunga” o alla pantaleȓa. La prima avviene solitamente in un campo regolamentare, in un campionato federale che è appena cominciato. La virtù della pantaleȓa invece è l’essere un gioco paesano, infatti con la parola pantaleȓa si indica il lembo di un tetto sporgente sul quale far battere il pallone per cominciare.

Sono molti i campioni che ne hanno fatto la storia. Il loro nome si sente ancora riecheggiare in paesi e sferisteri. Qualche esempio: Augusto Manzo, il campionissimo, menzionato in una bellissima canzone di Mauro Carrero e nell’avvincente passaggio narrativo di Beppe Fenoglio Il Paese; e poi Franco Balestra, suo avversario storico. Nel passato più recente troviamo altri due campioni, eterni rivali, Felice Bertola e Massimo Berruti, fino ad arrivare ai campioni del presente Massimo Vacchetto e Bruno Campagno.
La paura che si vada a perdere è percepibile e sarebbe un peccato: è un gioco originale, divertente e, per quanto non immediato nelle regole, ha un significato tradizional-popolare importantissimo. Quel che sa fare quel semplice oggetto sferico è tutt’ora poesia.

Paolo Tibaldi

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