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Guerre e profughi: la solidarietà nel 1993 di una famiglia di Ceresole d’Alba

Guerre e profughi: la solidarietà nel 1993 di una famiglia di Ceresole
Gianni Marocco e la moglie Anna con le figlie e Bozena nel 1993.

CERESOLE D’ALBA Vittime principali dei conflitti, da sempre i civili sono costretti a riparare negli Stati confinanti. In occasione delle ultime guerre che hanno interessato l’Europa, gli italiani non hanno mai mancato di dimostrare la propria ospitalità nei confronti degli esuli. Una bella storia ha riguardato una famiglia ceresolese, che, in occasione del conflitto nella ex-Jugoslavia, aveva deciso di ospitare uno dei bambini arrivati nel Cuneese. Nel 1993 l’impegno del comitato braidese e dell’allora consigliere comunale Bruna Sibille, in coordinamento con la Caritas di Zara, aveva permesso il salvataggio di 52 bambini, ospitati temporaneamente a Bra e dintorni. I bambini erano stati accolti al centro polifunzionale Giovanni Arpino” per poi essere assegnati alle famiglie che avevano manifestato la propria disponibilità.

A Ceresole, erano stati Gianni Marocco e la moglie Anna a ospitare per alcuni mesi la piccola Bozena, ragazzina di 7 anni proveniente dalla regione di Zara: in quel lasso di tempo, la piccola ospite aveva potuto ritrovare parte di quella serenità che la guerra le aveva portato via. Una bambina segnata da un evento di quella portata, ma che riuscì a ripartire nel suo percorso di vita. Ricordano Anna e Gianni: «Oltre ai problemi legati alla lingua, per i quali abbiamo fatto ricorso ad un vocabolario bilingue, inizialmente Bozena era traumatizzata. Arrivava a nascondersi sotto il tavolo quando sentiva passare un aereo». Dopo le iniziali difficoltà, si era creato un rapporto stretto e Bozena aveva legato molto anche con Arianna e Angelica, figlie della coppia. «Di giorno frequentava la scuola a Bra, dov’era seguita dagli insegnanti croati che avevano accompagnato i bambini in Italia. Anche dopo il suo ritorno a casa abbiamo costantemente mantenuto i contatti, permettendole di proseguire gli studi sino alla laurea», proseguono i coniugi ceresolesi. Una relazione che si mantiene ancora oggi. Bozena, sposata e madre del piccolo Matteo, si è trasferita a Bratislava, ma si mantiene in contatto costante con la sua seconda famiglia. «Ci incontriamo un paio di volte l’anno e ci sentiamo quotidianamente. Siamo stati il padrino e la madrina di Cresima e riceviamo costantemente le foto del nostro “nipotino” Matteo».

La coppia ceresolese ha dato disponibilità per accogliere profughi provenienti dall’Ucraina. Gianni Marocco ha inoltre messo a disposizione la propria professionalità di geometra per ristrutturare la locale cascina Belvedere, centro che aveva già ospitato in passato rifugiati politici provenienti dai Paeso dell’Africa. Il progetto è in fase di realizzazione. L’idea è  di mettere a disposizione sei minialloggi dotati di cucina e servizi igienici autonomi. Il tutto dovrebbe essere pronto per la fine del 2022.

Dennis Bellonio

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