ASTI La Corte di appello di Torino (quarta sezione penale) ha dichiarato inammissibile l’impugnazione del pubblico ministero e confermato l’assoluzione per i 21 imputati, tra fantini e proprietari di cavalli, che erano finiti a processo per presunti maltrattamenti di animali nell’edizione 2014 del Palio di Asti. Secondo l’accusa, agli animali sarebbero stati somministrati farmaci con funzione dopante. Nella precedente udienza, la Corte aveva sentito i consulenti delle parti: Paolo Borrione per la Pm Laura Deodato, che aveva impugnato appunto la sentenza di assoluzione, e Marco Montana per la difesa.
Tutti gli imputati erano già stati assolti in primo grado dal Tribunale di Asti, a dicembre 2019. Nell’ambito di quel procedimento, la Pm Deodato aveva chiesto 19 condanne e 2 assoluzioni. L’esito processuale è stato motivo di una doppia soddisfazione, sotto il profilo professionale e come ex assessore comunale al Palio, per l’avvocato Alberto Pasta, che ha difeso uno dei proprietari dei cavalli: «La sentenza della Corte conferma, così com’era stato stabilito dal Tribunale di Asti, che nessun maltrattamento era stato inflitto agli animali prima e durante la corsa.
Il risultato sgombra tutte le nuvole che si erano addensate sulla nostra manifestazione». Grande soddisfazione anche per il legale Marco Scassa, che ha rappresentato molti degli imputati: «Sono contento di aver potuto dare il mio contributo alla vicenda, conclusasi nel migliore dei modi. Sono molto felice, inoltre, che sia stato riconosciuto, in modo definitivo, che non vi è stato alcun maltrattamento per i cavalli. Il nostro Palio può ripartire con serenità, lasciandosi alle spalle questa parentesi».
Manuela Zoccola