Ultime notizie

Solfiti nella salsiccia: le ragioni della difesa

Foto di repertorio
Foto di repertorio

ASTI  È proseguito, nei giorni scorsi, al Tribunale di Asti, davanti alla giudice Beatrice Bonisoli, il procedimento a carico di un macellaio braidese sessantenne, accusato di aver prodotto e detenuto per la vendita sostanze alimentari con l’aggiunta di additivi chimici non autorizzati. Nello specifico, si trattava della salsiccia di Bra, prodotta nel laboratorio adiacente alla macelleria, di cui l’uomo è titolare. Dalle analisi effettuate, la salsiccia era risultata non regolamentare per la presenza di solfiti. I fatti risalgono a ottobre 2019.

Nell’ultima udienza, sono stati sentiti il consulente tecnico Lorenzo Varetto e due testimoni della difesa, rappresentata dall’avvocato albese Roberto Ponzio, il quale si propone di dimostrare che il quantitativo di solfiti, rinvenuto dalle analisi, dipende dal vino bianco usato nella preparazione. Inoltre, i due testimoni hanno dichiarato che analisi successive al 2019 avevano dimostrato la conformità dei prodotti e l’esclusione di solfiti. In precedenza, erano stati ascoltati i testi del Pm Vincenzo Paone, i quali avevano detto che nelle carni i solfiti non sono consentiti e non devono esserci per nulla: il fatto che siano stati rilevati dalle analisi significa non conformità. La prossima udienza si terrà il 18 luglio.  

Manuela Zoccola

Banner Gazzetta d'Alba