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Abitare il piemontese: la parola della settimana è cognission

Cognission: Buon senso, giudizio, consapevolezza dei limiti, senso della misura, criterio, senno, equilibrio.

Abitare il piemontese: la parola della settimana è Possacafé 2

ABITARE IL PIEMONTESE Qualche tempo fa parlammo di ambission (pronuncia ambissiùn) parola fondamentale per la civiltà piemontese, ma non può viaggiare da sola. C’è un’altra parola, altrettanto importante per la forma mentis piemontese, che va a braccetto: cognission (pronuncia cugnissiùn). Come ambission non si limita alla semplice traduzione italiana ambizione, ma spazia nel orgoglio del riscatto personale e sociale, anche cognission gode della stessa caratteristica. Il significato della cognizione italiana è la facoltà di conoscere, come capacità di apprendere e valutare la realtà circostante. Per esempio, il giro di ricognizione è il giro per (ri)studiare, (ri)conoscere un luogo.

L’etimo è la cognitio latina, ma in piemontese non si limita alla sfera cognitiva. La cognission si evolve sino al giudizio proprio, al saper distinguere il buono dal non buono: è l’etica insita in una persona, la massima forma di buonsenso: bèiv con cognission! ossia bevi senza esagerare! La cognission è un invito a pensare alle proprie responsabilità, al rispetto di sé stessi e all’educazione ricevuta che quasi sempre esorta a non sprecare, anzi a tene da cont (tenere da conto).

Pèrde ȓa cognission significa andare fuori di senno, perdere la testa per qualcosa su cui ci si è impuntati: un lavoro, una donna, uno sport. O gieuga tut o dì, da pèrde ra cognission (gioca tutto il giorno, senza criterio). Oggi alcuni direbbero è un invasato. Una volta persa, l’individuo agisce sènsa cognission, ovvero senza limiti, non avendo il senso della misura, tipico dei soggetti sventati. Possiamo dire che sènsa cognission è la versione piemontese di Vita spericolata di Vasco Rossi. In questi mesi ho trovato una citazione che ben riassume il significato di cognission; l’autore è Enzo Biagi. Non fu piemontese, ma ebbe modo di conoscere alcuni piemontesi che lo mossero a scrivere queste parole: «c’è una dote precipua dei piemontesi che non è la genialità, lo spirito, ma il buonsenso».

Paolo Tibaldi

 

 

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