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Da Tokyo alle Langhe per la cucina italiana

CORNELIANO D’ALBA Mio, originaria di Tokyo, ci racconta come ha iniziato a provare curiosità verso l’Italia: «Mio papà adora mangiare e bere bene. Grazie a lui ho scoperto la cucina di altri Paesi e ho sviluppato un interesse speciale per la cucina italiana». Nata e cresciuta tra gli scintillanti grattaceli di Tokyo, Mio studia interior design e dopo l’università inizia a lavorare per un’azienda che realizza gioielli, ma, dopo quattro anni, qualcosa la spinge a un cambiamento.

«Il desiderio di scoprire l’Italia era molto forte, così ho deciso di licenziarmi e partire. Non ero mai stata prima in questo Paese, nemmeno per una vacanza, per me era tutto nuovo. Sono arrivata a Milano il 26 luglio del 2004, a 26 anni». Qui Mio inizia a studiare la lingua italiana, poi si trasferisce a Firenze per imparare l’arte enogastronomica italiana. «Studiando ho capito che mi interessava molto approfondire la mia conoscenza nel campo del vino, così mi sono iscritta anche all’Associazione italiana sommelier».

Da Tokyo alle Langhe per la cucina italiana
Mio, originaria del Giappone, aprirà quest’estate una struttura ricettiva a Corneliano con il marito Marco.

L’urgenza di trovare un lavoro va di pari passo con l’insicurezza della barriera linguistica che frena Mio a lanciarsi professionalmente. Poi, improvvisamente, un incontro casuale la indirizza a Isola d’Asti, in un ristorante stellato che sta cercando personale di sala. Un trampolino di lancio che, una volta finita l’esperienza lavorativa, la porta fino a Villa Crespi, sul lago d’Orta, per lavorare nel ristorante diretto dallo chef Cannavacciuolo.

La vita di Mio prende la piega che aveva sognato sino a quel momento: stare a stretto contatto con la cucina italiana, quella stellata. Dopo varie esperienze in diversi ristoranti, Mio finisce ad Acqui Terme, dove, nel 2009, corona il sogno di aprire, in società con un’amica, una vineria-enoteca che arreda sfruttando gli studi fatti da designer d’interni.

«In questo modo ho unito due passioni, quella per il vino e quella per il design. Io mi dedicavo alla scelta dei vini e cucinavo, una bella esperienza che mi ha dato molto, anche se dopo quattro anni le nostre strade si sono divise. Così ho lasciato l’attività e ho iniziato a lavorare in un’enoteca, sempre ad Acqui Terme».

Nel frattempo la sete di nuove esperienze si fa di nuovo sentire. Si percepisce dalle stesse parole di Mio, mentre racconta la sua storia, che è nella sua indole mettersi in gioco sempre per seguire i propri sogni. Tramite un contatto inizia a lavorare per La Spinetta, una cantina di Castagnole delle Lanze dove, oltre che avvicinarsi ulteriormente al mondo del vino, incontra un altro grande amore: Marco.

«Ho iniziato a lavorare nella cantina di quello che sarebbe diventato il mio futuro marito. Quando ci siamo conosciuti eravamo entrambi fidanzati, ma abbiamo chiuso le nostre storie per iniziare una relazione». Alla Spinetta la ragazza accoglie clienti che arrivano da ogni parte del mondo, gestendo visite e vendita diretta. Il 2018 porta con sé un matrimonio e una nascita: Mio e Marco diventano genitori del piccolo Hiroki e, nel frattempo, arriva un’altra occasione per mettersi in gioco, questa volta un sogno condiviso.

«A causa di alcune divergenze familiari Marco ha deciso di abbandonare il lavoro alla cantina e così, dopo esserci confrontati a lungo, abbiamo deciso di creare un progetto insieme: aprire una struttura ricettiva a Corneliano in una cascina che è stata ristrutturata».

Nel frattempo, diventati genitori per la seconda volta di una bimba (Aiko), sviluppano l’idea: «Durante i nostri viaggi ci siamo accorti che in Piemonte mancano strutture per accogliere le famiglie, soprattutto con bimbi piccoli. La nostra, che vorremmo inaugurare nell’estate, sarà indirizzata a soddisfare le esigenze di questa fascia».

Mio dice che è stato il destino, con alcune coincidenze, a portarla qui. Tokyo rimane nel cuore, così come la famiglia a cui fa spesso visita, ma le luci della città sono state rimpiazzate da quelle del cielo che Mio ha toccato con un dito. «Una sera alcuni amici mi hanno portato a vedere le stelle, sono rimasta davvero stupita, non avevo mai visto un cielo così!».

 Giorgia De Carolis

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