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In via Margherita di Savoia fra quiete e verde trascurato

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ALBA In corso Europa la velocità non dovrebbe superare i cinquanta chilometri orari, ma anche mantenendo questo limite, chi è poco pratico della zona, non riuscirebbe, andando in direzione della frazione Gallo, a imboccare via Margherita di Savoia al primo tentativo. Così, ci si trova a dover girare dalla rotonda di via Dell’acquedotto e poi da quella di via Franco Centro. La prudenza e il codice della strada, tra l’altro, impongono di controllare che non giungano ciclisti dalla pista dedicata alle due ruote: la corsia, però, viene scambiata, in alcuni tratti, per un parcheggio, sebbene gli stalli abbiano spazi definiti. Questa “moda” è testimoniata dalle molte foto inviate dai lettori e pubblicate da Gazzetta.

In via Margherita di Savoia fra quiete e verde trascurato 2
Fabrizio Pecchenino

 

Tornando alla via, la dedicazione a Margherita di Savoia – fondatrice del monastero delle Domenicane in città – venne decisa nel 2001: un rettilineo, seguito da una decisa curva e un altro tratto diritto, conducono all’area più densamente popolata del quartiere San Cassiano. Una decina di palazzi, circa 140 alloggi con almeno trecento residenti: in mezzo, ci sono alcuni campi e un edificio giallo sede dell’Avis.

Al centro del nucleo abitato c’è un parco, aree verdi laterali e ampie zone per la sosta: a destra si trova il nuovo quartiere viale Masera, i Tetti blu: a separarli c’è solo un prato. A sinistra, invece, si estende il campo sportivo di via Dell’acquedotto. Le edificazioni iniziarono negli anni Ottanta e proseguirono nei decenni successivi.

A detta dei residenti, fra i quali c’è Fabrizio Pecchenino, «è una zona tranquilla, a pochi passi dai servizi principali». L’uomo abita in uno dei condomini ed è il referente, per l’area del comitato del quartiere San Cassiano: «Quando c’è qualche problema da portare a galla, i vicini si rivolgono a me. Nessuno, però, si è mai pentito della scelta di acquistare o affittare un immobile qui».

I campi che circondano il complesso sono solcati anche da alcuni sentieri che conducono verso il canale Gamba di Bosco e il Tanaro, «alcuni palazzi sono proprio a ridosso del corso d’acqua artificiale, al quale manca una recinzione di protezione». Anche se non si sono mai registrati incidenti, nei mesi scorsi un cane era finito nell’alveo ed era stato salvato dai Pompieri. «Durante il Consiglio comunale di aprile Mario Marano aveva presentato un’interrogazione in merito all’installazione di una barriera protettiva».

Lo scorso anno, inoltre, un’ordinanza del Comune aveva disposto lo sgombero degli orti abusivi lungo le sue sponde. Come Gazzetta ha documentato, non sono rari i depositi illegali di rifiuti, gettati anche in acqua.

Le aree verdi attorno alle residenze, infine, possono trasformarsi, da naturale area di sfogo, in fonte di disagio. «Con la ripresa vegetativa primaverile, erbe e arbusti crescono e non consentono più il passaggio. Ci sono alcuni campi che non si capisce a chi appartengano, se a privati o al Comune con una confusione nel delineare le competenze: a chi tocca? Nel dubbio, nessuno se ne occupa», conclude Pecchenino.

Traffico: occorrono soluzioni

Con Fabrizio Pecchenino referente d’area per il comitato del quartiere San Cassiano parliamo delle esigenze dei circa trecento residenti.

Quali richieste reputa urgenti per la via?

«Non ci sentiamo abbandonati, ma vorremmo godere di maggiore considerazione. Non esistono cittadini di serie A e serie B, tutti paghiamo le tasse. Portare le nostre istanze in Comune serve: così è stato sostituito il dosso davanti alla sede Avis e le luci pubbliche».

Come si vive nella vostra zona?

«Molto bene direi: oltre alle aree verdi c’è spazio sufficiente per non sentirsi “inscatolati”: molte persone si stupiscono di tanta quiete proprio a due passi dal trafficato corso Europa. Anche l’Avis ci ha scelti per questo».

Il traffico automobilistico tocca anche voi?

«I parcheggi esterni sono sufficienti per le nostre auto. I genitori degli alunni, però, sostano un po’ dappertutto, anche nel primo tornante. Perché non tracciare delle linee anche lì? Il traffico potrebbe essere gestito meglio».

Bisogno di socialità e atti vandalici

La manutenzione di giardini e aree verdi della zona è un problema avvertito dai residenti, che spiegano: «Questi luoghi non sono così visibili da corso Europa e, forse, si sceglie di provvedere allo sfalcio dell’erba solo dopo aver curato altre zone. Lo scorso anno è stato così, speriamo che ora la musica cambi: l’erba alta non è il migliore biglietto da visita per chi si reca anche solo all’Avis per donare», riferiscono alcuni dei residenti.

In via Margherita di Savoia fra quiete e verde trascurato

Spiega Fabrizio Pecchenino: «Sono in molti a lamentare una scarsa attenzione alla manutenzione, anche per quanto riguarda i giochi per i bambini e le panchine: sarebbero da sistemare. Lo stesso vale per le reti del campetto interno». Anche se si è trattato di episodi isolati, nel 2021 si sono verificati alcuni atti vandalici ai danni dei veicoli parcheggiati: gomme bucate e finestrini rotti. «Si sarebbero potuti evitare se solo ci fossero stati più controlli da parte delle Forze dell’ordine, soprattutto alla sera», incalza il referente del rione. C’è poi il tema traffico: pur essendo una via a fondo cieco, la tratta paga lo scotto della vicinanza alla scuola Rodari. «All’entrata e uscita degli alunni le macchine sono parcheggiate un po’ dappertutto. Forse il momento andrebbe gestito meglio», riferiscono gli abitanti. È positivo, invece, che nessuna delle aree intorno «pare possa diventare edificabile. L’avanzata del cemento, da noi, si è arrestata. Anche il collegamento viario con la rotonda della vigna non dovrebbe crearci disagio», precisa Pecchenino.

I rapporti fra i residenti sono un’altra nota dolente: le persone non si conoscono: forse gioverebbe alla causa un centro di aggregazione. L’esigenza è sentita da tutto il quartiere San Cassiano ed è stata oggetto di un’interrogazione del consigliere Marano nell’assemblea del 29 aprile. Conclude Pecchenino: «Basterebbe anche un piccolo bar, un ritrovo qualsiasi, qualcosa per passare il tempo in compagnia. Senza dubbio, anche il coinvolgimento degli abitanti nelle attività del comitato aumenterebbe».

Dal 2013 la sezione cittadina dell’Avis ha trasferito nel rione la propria sede

Dall’ottobre del 2013, la sezione albese dell’Avis ha trasferito la sede per i prelievi dalla centrale via Belli, nel nuovo fabbricato di via Margherita di Savoia.

L’allora presidente Flavio Zunino e il direttivo chiesero al Comune un luogo più idoneo rispetto al palazzo di pregio del centro storico: il terreno comunale sul quale sorse era esente da oneri di urbanizzazione ma, per la nuova costruzione vennero spesi 900mila euro. Più di mezzo milione proveniva dalla vendita della vecchia sede: la parte restante fu coperta con fondi dell’associazione e contributi. La struttura è stata concessa, dall’Amministrazione Marello, in uso perpetuo ed esclusivo ai donatori. Nel parcheggio antistante si possono prelevare le sacche di sangue, è possibile posteggiare l’autoemoteca (quella nuova è stata inaugurata a ottobre) e svolgere le altre attività. Spiega il presidente Giuseppe Ferraro: «Questa è una zona tranquilla, nonostante sia poco distante dal trafficato corso Europa. Il picco di passaggi coincide soltanto con gli orari di entrata e uscita dalle scuole». Le linee di mezzi pubblici rendono l’area facilmente raggiungibile «anche dai paesi limitrofi, data la vicinanza con la tangenziale».

Le donazioni, nel 2021, sono state 227 in più rispetto al 2020: mancano però «sanitari che prestino servizio a causa delle limitazioni poste dalle leggi».

 Davide Barile

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