Settimana della comunicazione, da lunedì 23 a domenica 29 maggio ad Alba

ALBA «Ascoltare con l’orecchio del cuore» è la frase di papa Francesco che costituirà il filo conduttore degli incontri della Settimana della comunicazione, da lunedì 23 a domenica 29 maggio ad Alba.

Quattro incontri per cercare di capire come fare silenzio dentro di noi e migliorarci con l’ascolto della realtà e delle persone.

A fare da apripista sarà don Stefano Stimamiglio (vedi intervista sotto), direttore di Famiglia cristiana, il 23 maggio alle 20.45 in sala Alberione (piazza San Paolo 14).

Venerdì 27 maggio è prevista una serata dedicata al cineforum con la proiezione del film Figli di Giuseppe Bonito (con Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea), nello stesso luogo e alla stessa ora.

Il meteorologo Luca Mercalli  sarà protagonista dell’incontro di sabato 28 maggio alle 18.30 in sala Ordet (piazza Cristo Re) con l’intervento “Chi ascolta il grido della Terra?”.

La chiusura spetterà al vescovo di Alba, Marco, con la Messa di domenica 29 alle 10 nel tempio di San Paolo per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.

Per informazioni contattare il 335-73.69.882 o giuliano.censi@stpauls.it.

Settimana della comunicazione, da lunedì 23 a domenica 29 maggio ad Alba

Sfide del giornalismo

L’INTERVISTA Ad aprire la Settimana della comunicazione, promossa dal centro culturale San Paolo, sarà il direttore di Famiglia cristiana, don Stefano Stimamiglio. Da marzo alla guida dell’importante rivista cattolica fondata dal beato Giacomo Alberione, dal 2008 è giornalista nella redazione milanese e dal 2021 condirettore. Stimamiglio sarà presente lunedì 23 maggio, alle 20.45, in sala Alberione per parlare del tema dell’ascolto, declinandolo secondo la sua esperienza professionale.

Stimamiglio, il giornalista come ascolta con il cuore?

Don Stefano Stimamiglio è il nuovo direttore di Famiglia Cristiana 1

«L’ascolto è uno dei grandi temi biblici: per la comunicazione il rischio è di non riuscire più a parlare al mondo. Il nostro lavoro si sta trasformando in redazioni che si occupano solo di rielaborare agenzie e notizie, perdendo contatto con le persone e la realtà. C’è una grande crisi delle testate: si tratta di far silenzio, abbassare pregiudizi e visione del mondo per vederci meglio lasciandoci ispirare dai grandi patriarchi. Questo significa anche migliorare con l’ascolto reciproco i contesti interni dove lavoriamo».

Cosa sta succedendo?

«Come aveva intuito il concilio Vaticano II, il mondo sta cambiando, tutto è interconnesso. Siamo di fronte a un mutamento epocale come quello a cui si era trovato di fronte san Benedetto dopo il crollo dell’Impero romano. Ci servono nuovi modelli sostenibili e credibili per raccontare il mondo: bisogna metter da parte le concorrenze per cercare insieme una forma di comunione mettendoci in cammino».

Esistono modelli contemporanei da seguire?

«Nonostante le difficoltà, giornali come Bild in Germania e L’Echo in Belgio hanno raddoppiato le vendite. In Italia una rivista come Tpi ha investito sul Web con professionisti giovani e smart con ottimi risultati. In generale però non si intravedono molti segni positivi, tante strutture vengono smantellate e la gente legge sempre meno: siamo di fronte a un trapasso generazionale. Ascoltare significa anche prendere atto di questa situazione e cercare soluzioni, che passano pure attraverso la riduzione delle risorse. Ma non dobbiamo abbatterci perché in questa tempesta perfetta a guidarci è Dio».

 Lorenzo Germano

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