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Rsa in crisi: la Regione mette sul tavolo 12 milioni in più

L’appello dei vescovi per le case di riposo: rischiano la chiusura per il rincaro dei costi

TORINO Impegno ad alzare il budget a 280 milioni, 12 in più della media degli anni pre Covid, adeguamento Istat del 3,8% e ricorso al Fondo sociale europeo per aiutare le famiglie a pagare le rette non convenzionate: sono le proposte della Regione rivolte ai gestori delle case di riposo.

L’incontro di lunedì 27 giugno tra la Regione Piemonte e i rappresentanti delle Rsa del territorio ha fatto il punto sulle misure da mettere in campo a sostegno del settore duramente provato da oltre due anni di pandemia.

In un clima sereno e collaborativo il presidente Alberto Cirio ha esposto, insieme all’assessore alla sanità Luigi Genesio Icardi e alle politiche sociali Maurizio Marrone, il contesto in cui è maturata la linea che la Regione propone per venire incontro a un comparto prezioso per tutto il territorio.

In primo piano il tema dell’adeguamento Istat delle tariffe. La proposta della Regione è di riconoscere subito alle Rsa un incremento del 3,8% a partire dal 1° gennaio per la quota sanitaria e dal 1° luglio per la quota alberghiera e poi, una volta ricevuto da Roma il riparto del Fondo sanitario, l’impegno è di portare il budget a 280 milioni all’anno, 12 milioni di euro in più rispetto alla cifra investita in media nei 5 anni pre Covid.

Inoltre, per venire incontro al costo maggiore che graverebbe sulle spalle delle famiglie, in particolare quelle che non usufruiscono della tariffa convenzionata e pagano quindi il 100% della retta, la Regione ha individuato nel Fondo sociale europeo 50 milioni di euro, da suddividere negli anni 2022-2024, da assegnare alle famiglie attraverso voucher.

«Riusciremo con questo metodo di condivisione partecipata a salvare il mondo della residenzialità dalla crisi odierna, ricordando che qualsiasi scelta politica deve tenere al centro la persona non autosufficiente da assistere e soprattutto la sostenibilità economica dell’inserimento in struttura per la sua famiglia: una sfida che intendiamo vincere a tutti i costi», hanno sottolineato il presidente Cirio e gli assessori Marrone e Icardi.

«Negli ultimi anni, al di là del colore delle legislature, in Piemonte abbiamo avuto una anomalia, per cui c’è stato un innalzamento degli accreditamenti delle strutture, privo però di un adeguamento del rispettivo budget» – hanno spiegato.

Tra il 2014 e il 2019, ovvero i 5 anni prima del Covid, la media del budget assegnato dalla Regione al sistema delle Rsa è stato tra 265 e 268 milioni di euro. Nel 2021, a seguito del calo degli inserimenti dovuti alla pandemia, il budget è stato di 251 milioni, a cui si sono aggiunti però, suddivisi per il biennio 2020-2021, 32 milioni di euro di ristori e quasi 11 milioni di euro per fornire gratuitamente alle Rsa circa 4 milioni di test antigenici e più di 8 milioni di dispositivi di protezione.

Tra le altre azioni che la Regione ha proposto c’è un monitoraggio settimanale dei nuovi inserimenti autorizzati dalle Asl, al fine di garantire l’utilizzo delle risorse disponibili, e la velocizzazione dei tempi di inserimento stesso, che non dovranno superare i 30 giorni dall’approvazione della convenzione.

Domani (28 giugno) la Giunta prorogherà le delibere che consentono le dimissioni ospedaliere protette e il mantenimento in servizio nelle RSA anche del personale sanitario e socio sanitario assunto dalle Asl. Verrà poi rinnovata a luglio la fornitura di test antigenici e Dpi gratuiti per le strutture.

L’incontro è stato anche l’occasione per fare il punto sulla somministrazione della quarta dose che ha avuto un ottimo riscontro: più dell’86% degli ospiti delle Rsa ha già ricevuto il secondo booster.

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