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Si avvicina la riapertura della ferrovia Alba-Asti con treni diesel aspettando l’idrogeno

Alba-Asti ultimo appello: le strade sono al collasso
La galleria Ghersi lungo la ferrovia Alba-Neive. Una frana impedisce il passaggio dei treni

ALBA Si apre una stagione importante per i collegamenti ferroviari del Cuneese, che vedono la ripresa del servizio sulla tratta Alba-Asti, dopo dieci anni di chiusura, e il rinforzo del collegamento tra Cuneo e Ventimiglia.

Da settembre 2023 riaprirà la tratta ferroviaria Alba-Asti, sospesa nel 2012. I suoi 33,6 chilometri di binari tornano a vivere con un’offerta di 12 treni al giorno dal lunedì al venerdì per oltre 100 mila chilometri all’anno, con fermate ad Alba, Neive, Castagnole, Costigliole, Isola d’Asti e Asti, che rappresentano complessivamente un bacino d’utenza di 120 mila persone.

Come sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore ai trasporti Marco Gabusi nel corso di una conferenza che si è tenuta alla stazione di Alba la tratta è rimasta chiusa poiché il consolidamento del versante della galleria Ghersi insieme all’elettrificazione della linea richiedevano diverse decine di milioni di euro, rendendo l’intervento insostenibile economicamente. Oggi lo scenario è cambiato: grazie alle possibilità offerte dai treni a idrogeno non sarà più necessario elettrificare e modificare pesantemente l’infrastruttura. Con questa prospettiva di lungo periodo su cui la Regione sta puntando e investendo la linea potrà essere riattivata.

La Alba-Asti con la Novara Varallo è candidata a essere una delle prime linee a idrogeno nell’ambito de progetto bandiera che proprio nei giorni scorsi ha avuto il via libera del governo. Il Piemonte è una delle 5 regioni italiane ad aver vinto il bando nazionale per i fondi del Pnrr che puntano alla creazione di una Hydrogen Valley.

L’intervento sulla galleria Ghersi, in questa nuova prospettiva, sarà di più semplice esecuzione ed economicamente sostenibile con circa 13 milioni di euro inseriti da Rfi in questo progetto, consentendo così di far viaggiare il primo treno tra poco più di un anno.

«Nella prima fase si tratterà di un treno diesel, perché tra un anno difficilmente la normativa per l’idrogeno sarà già esecutiva», hanno spiegato il presidente e l’assessore, «ma questa è la prospettiva a cui guardiamo per il futuro di questa ferrovia».

Su 13 linee sospese a causa delle mancate coperture economiche, per le quali nessuna delle Giunte precedenti era riuscita a trovare una soluzione, l’attuale amministrazione ha attuato una mappatura delle necessità di mobilità locale e dello stato di salute dell’infrastruttura e inizia ora ad aprire le prime due linee: accanto alla Alba-Asti anche la Casale-Mortara.

Decisamente più imminente l’altra novità sulla linea Cuneo-Ventimiglia, che vedrà il raddoppio delle corse a partire dall’11 luglio prossimo. Dopo un confronto approfondito con il territorio e con gli operatori francesi, con cui si condivide la linea, è stato infatti possibile introdurre altri due treni in partenza da Cuneo alle 7.25 e alle 12.41 e due da Ventimiglia alle 9.37 e alle 16.36. Sono inoltre previsti ulteriori approfondimenti con la parte francese per una eventuale anticipazione del treno del mattino da Ventimiglia.  Il presidente e l’assessore sottolineano che è stato mantenuto l’impegno con il territorio per potenziare la linea ed è già stato chiesto a Trenitalia un nuovo adeguamento sugli orari invernali per rendere ancora più efficace questo importante servizio.

Importanti i potenziamenti anche su altri servizi nel resto del Piemonte. Verranno infatti introdotti, a partire da settembre 2022, quattro nuovi treni diretti Biella-Torino dal lunedì al venerdì e due treni Asti-Milano, anch’essi dal lunedì al venerdì. Oltre a questi, dal 18 giugno si aggiungono quattro nuove corse – due il sabato e due la domenica – del ‘treno-mare’ tra il Piemonte e l’Emilia-Romagna.

Come sottolineano il presidente della Regione Piemonte e l’assessore ai trasporti, la situazione ereditata dall’amministrazione regionale era economicamente molto difficile, con un mini contratto senza copertura finanziaria nell’ultima annualità e fondi per i servizi mai incrementati. Tuttavia, l’impegno della Regione nel voler dare un servizio ferroviario migliore si è concretizzato, grazie ad un profondo lavoro degli uffici e di tutti i soggetti interessati, in una prima riorganizzazione che tiene conto dei cambiamenti dell’utenza, da un lato, e delle necessità di territori rimasti senza servizi, dall’altro. Ragionando su queste variazioni e dopo un’attività di ascolto dei territori si è perciò deciso di mantenere stabile la quantità di chilometri prevista dal contratto con Trenitalia, spalmandola su linee e orari differenti, ma mantenendo invariato il servizio nei giorni feriali, quando la richiesta è più forte.

Determinante per questo contratto è stato lo sforzo economico della Regione Piemonte ricordato da Cirio e Gabusi e che si è concretizzato nell’impegno aggiuntivo di 200 milioni di euro per i prossimi 10 anni per salvaguardare i servizi esistenti, in modo che non vengano operati tagli per pure ragioni economiche. Il nuovo contratto restituisce una prospettiva al Piemonte ed inverte finalmente una tendenza; aumentano i cittadini serviti dal servizio ferroviario e migliorano i servizi prioritari, arricchiti da una flotta di treni in rapido rinnovamento. Dopo i nuovi treni previsti dal contratto di servizio ferroviario metropolitano, che vedono 9 nuovi elettrotreni Pop già in servizio e 29 nuovi elettrotreni Rock, anche il servizio ferroviario regionale potrà infatti contare su 24 nuovi Pop e 9 nuovi Rock da immettere in servizio a partire dal 2023.

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