Sul gioco d’azzardo si è riacceso il dibattito (INCHIESTA)

Sul gioco d’azzardo si è riacceso il dibattito (INCHIESTA)

LUDOPATIA Continua a essere particolarmente accesa la discussione sul gioco d’azzardo, tema centrale del dibattito pubblico, ma anche politico. A fronte dei numerosi interventi portati avanti dalle Regioni, i numeri di coloro che continuano a cadere nella trappola del gioco sono in crescita. Recenti stime dell’Istituto superiore di sanità parlano di circa 5,2 milioni di giocatori in tutta Italia, di cui 1,2 sono da considerarsi problematici, cioè con dipendenza. Negli ultimi vent’anni in Italia, terza dopo Giappone e Australia nel rapporto tra popolazione e numero di slot, il volume di gioco è aumentato in modo progressivo.

È in questo scenario che il consigliere regionale del Pd Diego Sarno (vicepresidente della commissione cultura, sport e istruzione) ha interrogato l’assessore alla sanità Luigi Icardi per fare il punto sugli interventi previsti dalla legge approvata nel 2021 sul contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico. La legge ha cancellato quella del 2016, che era stata votata all’unanimità nell’Amministrazione Chiamparino.

«Sono cambiate probabilmente le prerogative all’interno del centrodestra. L’opposizione è stata molto unita presentando 900mila emendamenti. Per arrivare all’approvazione della legge si è passati attraverso una forzatura del regolamento da parte del presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia, che ha accelerato il processo dando spazio alla discussione di poche centinaia di emendamenti», ha ricordato Sarno.

L’operazione portata avanti dalla maggioranza ha destato non poche perplessità a livello politico, ma anche sociale. Sono molte le associazioni e gli enti, impegnati da anni sul fronte della dipendenza da gioco, che si sono uniti per manifestare opposizione allo smantellamento di una legge che era stata capace di regolamentare il settore e ottenere buoni risultati.

«È impossibile che si ritorni ai numeri precedenti alla legge del 2016, perché nel frattempo è intervenuta una norma nazionale, e tuttavia ci sono state comunque nuove accensioni di macchinette», aggiunge Sarno.

La preoccupazione sulle modalità di gestione del problema è chiara nelle parole del consigliere regionale: «È trascorso un anno dall’approvazione della legge. Credo sia importante, anche alla luce del fatto che a Torino sono state richieste, da luglio a dicembre 2021, duecentotrenta autorizzazioni per riaccendere apparecchi da gioco e non si sa quante macchinette corrispondano a ciascuna autorizzazione, fare il punto sull’attuazione della legge. Il problema riguarda bar, tabaccai e sale da gioco».

Per mantenere parte dei risultati ottenuti finora sembrerebbe necessario un nuovo intervento normativo per agire in modo tempestivo in difesa dei più fragili in un contesto socioeconomico complesso reso ancora più problematico dall’emergenza sanitaria.

Secondo il consigliere Sarno, solo in questo modo si potrebbe prendere atto della realtà effettiva del fenomeno e introdurre strumenti di sensibilizzazione e tutela per i potenziali giocatori. Inoltre, il consigliere Pd ha sottolineato come in consiglio regionale non sia ancora stato presentato il piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio del gioco d’azzardo patologico.

Diversa la visione dell’assessore Icardi che ha affermato che «tutte le attività previste dalla legge regionale sono in corso di realizzazione».​​​​

C’è speranza nelle parole di Sarno, anche coordinatore regionale dell’associazione Avviso pubblico: «Stiamo raccogliendo alcune delibere di Consigli comunali che verranno presentate in Regione insieme a 8mila firme. I Comuni che hanno deliberato sono: Grugliasco (Torino, capofila), Torino, Mongrando (Biella), Baveno (Verbano Cusio Ossola), Nichelino (Torino) e Cureggio (Novara). In questo modo saranno obbligati a ridiscutere la legge approvata nella legislatura».

«I cittadini e le istituzioni si sono mobilitati in modo trasversale, anche da destra. Non sappiamo come andrà la discussione in aula, ma siamo davanti a un’azione politica. I piemontesi hanno reagito richiedendo di legiferare di nuovo sul tema», ha aggiunto Sarno. «La Regione si prenderà carico, con un percorso di reinserimento lavorativo, di chi eventualmente potrebbe perdere l’occupazione in seguito alla revisione della legge», ha concluso Sarno per rispondere a una delle argomentazioni della maggioranza.

Elisa Rossanino

Slot machine: nuove installazioni anche ad Alba, in 4 punti vendita

Delle conseguenze della nuova legge sul gioco patologico, ad Alba, parla l’assessora ai servizi sociali Elisa Boschiazzo: «Siamo in collegamento con il Serd, per le iniziative di prevenzione: quelle nate con l’ausilio della fondazione Crc sono terminate da molto tempo, il Covid-19 ha bloccato un po’ tutto e non ci sono nuovi progetti. Le richieste di installazione di nuove slot machine, invece, dall’inizio dell’anno sono quattro».

Nella passata Amministrazione, a occupare l’assessorato alle politiche sociali c’era Maria Chiara Cavallotto, ora consigliera di opposizione. «Sul gioco patologico, il Piemonte aveva una delle migliori leggi d’Italia, molto coraggiosa. Purtroppo è stata smantellata: ora siamo il fanalino di coda. Si era lasciato molto tempo agli esercenti per adeguarsi alla normativa, ma alla fine non hanno fatto nulla perché è subentrata la nuova legge». Secondo la consigliera, «la Regione ha incentrato il discorso sui posti di lavoro da salvaguardare, dimenticandosi della salute delle persone. I dipendenti vanno tutelati ripensando, per loro, una nuova collocazione, investendo risorse». Secondo Cavallotto, «il Comune non sta facendo niente e, quando si chiedono spiegazioni, non risponde. Da assessora avevo seguito la vicenda: eravamo riusciti ad approvare all’unanimità una delibera per imporre fasce orarie di funzionamento». Finanziare progetti educativi per i ragazzi non serve, perché «se allo stesso tempo agevoli chi vuole installare nuove slot, hai un atteggiamento quanto meno ipocrita».

Egea lascia Alba Power, il Gruppo Ferrero unico proprietario della società che fornisce il calore per il teleriscaldamento 1Il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Ivano Martinetti, da sempre oppositore del gioco d’azzardo, spiega: «Il Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio di ludopatie doveva essere presentato mesi fa, ma ancora non c’è. Stessa sorte per il logo “Slot no grazie” e il materiale informativo contro le dipendenze». Un fatto che dimostra «l’utilità di questa legge, come avevamo ampiamente denunciato, solo per le lobby dell’azzardo. Non serve in alcun modo a fermare la piaga sociale: le nuove richieste di attivazione delle macchinette rappresentano bene il ritorno al Far west: il fine ultimo del nuovo provvedimento regionale. Il centrodestra lo ha approvato contro il parere di associazioni e Amministrazioni locali e avrà pesanti ripercussioni su migliaia di famiglie piemontesi».

Davide Barile

Ottomila le firme che Libera Piemonte deve raccogliere entro il 25 settembre

Giochiamo la nostra partita: è la campagna lanciata da Libera Piemonte a marzo che chiede agli elettori di aderire a una raccolta di firme per la proposta di legge regionale di iniziativa popolare “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico”.

L’obiettivo è di raccoglierne 8mila entro il 25 settembre, intraprendendo un percorso per la tutela delle fasce sociali più deboli per continuare e migliorare il cammino intrapreso con la legge del 2016. «Da marzo sono stati allestiti centinaia di banchetti in tutto il Piemonte per raccogliere le firme. C’è stata una grande risposta da parte della cittadinanza e auspichiamo di poter consegnare tutto alla Regione entro la fine di settembre. Mancano ancora circa mille firme, ma sono tanti gli eventi che si stanno organizzando», ha sottolineato la referente di Libera Piemonte Maria Josè Fava.

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Maria José Fava di Libera Piemonte

Prevenire e contrastare la dipendenza da gioco d’azzardo, aumentare la distanza tra gli spazi per il gioco e i luoghi sensibili, disincentivare l’accesso non concedendo autorizzazioni per l’accensione di nuove slot. Questi sono alcuni degli obiettivi che la campagna si è prefissata.

Al fianco di Libera, sono quaranta gli enti promotori della proposta di legge, tra cui le Acli, l’Ordine dei medici e degli assistenti sociali, Legambiente, l’Agesci, Avviso pubblico, la delegazione regionale dell’Azione cattolica e Federconsumatori.

Contro il gioco d’azzardo in Piemonte è sceso in campo anche il Sermig, da tempo impegnato per promuovere attività per contrastare gli effetti del fenomeno. «L’unica strada è proporre un testo alternativo all’attuale normativa tramite iniziativa popolare. Anche noi vogliamo fare la nostra parte», hanno affermato dal Sermig.

e.r.

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