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Cascina Valore: ottimo esempio di economia inclusiva ad Alba

Anche Cascina Valore ottimo esempio di economia inclusiva
Economia sotto l'ombrellone a Lignano Sabbiadoro

ECONOMIA A Lignano Sabbiadoro, nel terzo incontro della rassegna dedicata ai temi di attualità: Economia sotto l’ombrellone, è stato affrontato il nodo di uno sviluppo inclusivo attraverso le testimonianze di tre importanti realtà friulane: il consorzio Cosm, la cooperativa Lybra e LegacoopSociali.  “Verso un’economia inclusiva: il ruolo delle imprese sociali” è stato il tema centrale del dibattito moderato dal giornalista Carlo Tomaso Parmegiani.

«Le imprese sociali, cooperative e non, che devono avere come obiettivo statutario l’interesse generale della comunità, sono in netta crescita: in Italia ci sono 16mila imprese sociali (95% delle quali nella forma di cooperative sociali), con 460mila addetti, in maggioranza donne, con ricavi pari a circa 15 miliardi di euro. Un vero e proprio sistema imprenditoriale, dunque, che, però, è ancora molto poco conosciuto e troppo spesso sottovalutato, nonostante i due terzi dei servizi di welfare prestati in Italia siano garantiti da imprese sociali», hanno spiegato Cristiano Cozzolino, presidente della cooperativa sociale Lybra di Trieste, Paolo Felice, presidente di LegacoopSociali Fvg e Michela Vogrig, presidente del consorzio Cosm.

È stata anche l’occasione per distinguere i concetti di impresa sociale e volontariato. «Il punto che li distingue è l’approccio imprenditoriale che spinge le imprese sociali a realizzare utili, non per fini di lucro, ma per reimpiegarli in attività nell’interesse generale della comunità», ha spiegato Paolo Felice.

In Italia le imprese sociali sono sia cooperative sia di tipo A, e quindi cooperative di operatori che si occupano di riabilitazione nell’ambito della disabilità, della salute mentale, dell’assistenza a minori e anziani, sia di tipo B, cioè cooperative di inserimento lavorativo che devono impiegare almeno il 30% di persone in condizioni di svantaggio come invalidi, carcerati o persone in cura per dipendenze. Come ha sottolineato Michela Vogrig, i servizi che le imprese sociali forniscono alla comunità in ambienti diversi sono molteplici, dalle pulizie alla manutenzione del verde, dai call center alla tipografia e alla ristorazione. La qualità del servizio proposto ha permesso nel tempo di sfatare in parte il pregiudizio ancora diffuso che definisce le imprese sociali come imprese di serie b.

Inoltre, come Cristiano Cozzolino ha ricordato, «Spesso le cooperative e le imprese sociali nascono dall’iniziativa di pochi che vogliono realizzare qualcosa che abbia un impatto positivo sul territorio, rendendo protagoniste dell’attività imprenditoriale, del proprio lavoro e di un percorso di cittadinanza attiva persone che raramente riescono a esserlo».

Le imprese sociali, la cui grande utilità è stata significativamente riconosciuta, hanno trovato una sistematizzazione, seppur con qualche complicazione burocratica, anche nella riforma nazionale del Terzo settore, ma continuano purtroppo a essere poco considerate. In Italia la situazione è piuttosto buona perché esiste una normativa abbastanza completa tesa a favorire la nascita e la crescita delle imprese sociali, tuttavia i frequenti vincoli burocratici sono difficilmente sostenibili delle imprese sociali piccole.

Nella nostra città la situazione non è differente, esistono infatti sul territorio diverse imprese sociali che si occupano di inserimento lavorativo per persone svantaggiate e con difficoltà, una di queste è Cascina Valore. «Facciamo parte della cooperativa Alice che da quarant’anni si occupa di fornire servizi alla persona operando come cooperativa di tipo a. Cascina Valore è attiva da due anni e mezzo circa e ha il principale obiettivo di proporre, come cooperativa di tipo b, un inserimento lavorativo per le persone svantaggiate», ha spiegato Giulia, che insieme a Matteo, è una dei due operatori che si occupano delle attività. «I tirocinanti che arrivano in cascina, cinque o sei in base alle stagioni, provengono dai centri diurni della cooperativa, da comunità terapeutiche o da situazioni di difficoltà economica momentanea. I nostri non sono solo inserimenti lavorativi, ma talvolta anche socializzanti», ha aggiunto. La cascina, data in comodato d’uso dalla parrocchia della Moretta, si trova in strada Occhetti 32, e si struttura come orto sociale, lavorato in comune, e quindi come attività produttiva. Gli ortaggi coltivati vengono venduti nel punto vendita della cascina, «Oltre all’esperienza lavorativa nell’orto possono cimentarsi anche nella gestione della vendita», ha aggiunto l’operatrice. L’impresa è sostenuta anche da alcuni volontari che aiutano nella gestione delle vendite e nella produzione. L’impresa cerca di aprirsi verso il quartiere proponendo uno spazio comune, organizzando eventi e stringendo amicizie con attività e associazioni della zona. Inoltre la struttura fornisce anche un servizio di accoglienza per rifugiati mettendo a disposizione cinque posti letto.

I prossimi eventi di promozione delle attività della Cascina sono previsti per settembre e ottobre. In particolare il 24 settembre si terrà la presentazione del libro di Fabio Geda accompagnato da un aperitivo.

Elisa Rossanino

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