Il martire Lorenzo ci sprona a non tacere sulle povertà nella nostra città

ALBA    «La nostra città è abitata da diverse povertà. Sono molti i volti della povertà! San Lorenzo, santo della carità ci sprona a non tacere, a farci carico di queste situazioni, a far sì che le nostre istituzioni, con senso di responsabilità, facciano leggi che veramente pongano rimedio alla povertà in tutte le forme in cui si manifesta, promuovendo la persona e superando ogni forma di assistenzialismo o, peggio ancora, di indifferenza».

Il martire Lorenzo ci sprona a non tacere sulle povertà nella nostra città
Il vescovo di Alba Marco Brunetti

Nel celebrare in cattedrale la solennità del santo patrono di Alba e della diocesi tutta, monsignor Marco Brunetti ha preso spunto dalla vita e dall’esempio del martire Lorenzo per richiamare i cristiani al dovere della carità, che fa parte della missione della Chiesa, come conseguenza diretta «dell’annuncio del Vangelo e della celebrazione dei sacramenti».

Alla presenza di autorità cittadine, associazioni e fedeli di tutta la diocesi, il vescovo ha invitato i cristiani, oltre che le istituzioni, ad agire «con senso di responsabilità», davanti ai problemi generati da difficoltà economiche, malattie, sfruttamento e caporalato, gioco d’azzardo, condizioni come quelle vissute dai detenuti in carcere. Situazioni in cui «“Caritas Christi urget nos”, l’amore di Cristo ci spinge, è il vero motore del nostro agire in questo mondo».

Di seguito il testo integrale dell’omelia in cattedrale:

Gli auguri del vescovo Brunetti per la Pasqua 2020: «Celebriamo la vittoria della vita sulla morte» 2

SOLENNITÀ DI SAN LORENZO DIACONO E MARTIRE PATRONO DELLA CITTÀ DI ALBA E DELLA DIOCESI OMELIA DEL VESCOVO MARCO

Cattedrale di San Lorenzo
ALBA –  10 agosto 2022

Oggi la nostra Chiesa e la nostra città di Alba sono in festa per il Santo Patrono, il diacono Lorenzo, martire. L’antifona di inizio dell’odierna liturgia così lo saluta: “Questi è il santo diacono Lorenzo, che diede la sua vita per la Chiesa: egli meritò la corona del martirio, per raggiungere in letizia il Signore Gesù Cristo”

Celebrando la festa del diacono e martire San Lorenzo ricordiamo le persecuzioni sofferte dalla Chiesa nel corso dei secoli, e purtroppo ancora oggi, Chiesa che è definita dal Manzoni nell’inno La Pentecoste: “Tu che, da tanti secoli, soffri, combatti e preghi“. Noi viviamo la realtà delle persecuzioni del passato e del presente come un richiamo severo per verificare la nostra capacità di essere fedeli a Cristo e alla Chiesa, un ammonimento e una esortazione allo stesso tempo da parte dei Martiri per aggregarci ad essi nella sequela di Cristo ed essere docili e fieri nel farci carico della Croce.

San Lorenzo si è preparato al martirio testimoniando la carità ai poveri, caricandosi della sofferenza altrui ha accolto la sofferenza estrema del martirio.

In questo compito ridava seguito  a quella parte della missione della Chiesa che è la testimonianza della Carità – conseguente all’annuncio del Vangelo e alla celebrazione dei Sacramenti. Sull’esempio di San Lorenzo, da lui istruiti, anche la nostra Fede si rende visibile nella Carità.

La diakonia – il servizio   è rendere presente Cristo e la Chiesa tra i poveri, con la Grazia data dallo Spirito, ricordando quanto Gesù stesso ha detto:

I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me” (Mc 14,7).

I poveri comprendono e riassumono quanti sono elencati nelle varie categorie di sofferenti: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi” (Mt 25,34-36). Nella Santa Messa le offerte del Popolo di Dio –  finalizzate anche alla Diakonia per i poveri, integrate allo stesso tempo in una sintesi con la Parola e l’Eucaristica – rendono visibile il cuore della Chiesa unito al Cuore di Cristo.

Anche la nostra Città è abitata da diverse povertà, che non appaiono a prima vista, ai tanti visitatori e turisti che la percorrono superficialmente e distrattamente. Sono i Centri di ascolto della Caritas, della pastorale Migrantes, di tante Associazioni di volontariato presenti sul nostro territorio che ci ricordano che sono molti a soffrire a causa del momento difficile che stiamo attraversando, per motivi economici, per solitudini che portano alla depressione, per lo sfruttamento e il caporalato nel tempo della vendemmia di tanti stranieri che vengono a cercare lavoro, per la disperazione dovuta al fatto che interi patrimoni svaniscono a causa del gioco d’azzardo riducendo molte famiglie sul lastrico e facendo ammalare molte persone fragili, situazioni che si potrebbero risolvere proibendo o perlomeno limitando la presenza di questi giochi “diabolici “ in tanti locali pubblici e privati, soprattutto se vicini alle scuole, alle chiese o ai giardini pubblici.

Penso anche alle persone detenute nella nostra Casa circondariale di Alba, attualmente adibita ad ospitare persone giunte a fine pena in attesa di progetti lavorativi ed abitativi per una effettiva riabilitazione che ridoni piena dignità a chi ha pagato il suo debito con la giustizia. 

Faccio un appello alle istituzioni preposte affinché queste persone possano al più presto uscire da questa triste situazione e tornare ad una vita dignitosa insieme alle loro famiglie. La nostra Città non può rimanere indifferente!

Sono molti, come vedete i volti della povertà! Tutte situazioni che gli organi di informazione nazionali e locali, compreso il settimanale diocesano, Gazzetta d’Alba, puntualmente denunciano e documentano.

San Lorenzo, santo della Carità ci sprona a non tacere, a farci carico di queste situazioni, a far sì che le nostre istituzioni, con senso di responsabilità, facciano leggi che veramente pongano rimedio alla povertà in tutte le forme in cui si manifesta, promuovendo la persona e superando ogni forma di assistenzialismo o, peggio ancora, di indifferenza.

L’Annuncio della Parola, per certi aspetti, sarebbe senza frutti se mancasse la Carità: con questa chi evangelizza fa rivivere in sé la Parola.

La Carità è essenziale nella struttura della Chiesa: se manca, la Chiesa verrebbe meno al mandato impartito da Cristo come comprendiamo da San Paolo: “Tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia”(2Cor 9,6-7).

In ogni gesto di Carità, anche minimo, colui che dona è trasfigurato in virtù della gioia che lo accompagna.

Sono convinto che la nostra Chiesa, qui rappresentata, in questo tempo del Cammino Sinodale, intende continuare a mettersi in ascolto soprattutto dei poveri, dei malati e dei migranti.

Questo ascolto si fa annuncio di salvezza e liberazione perché ha alla base la fede in Gesù Cristo che noi alimentiamo con la Parola di Dio e la Grazia dei

Sacramenti. Bene sintetizza il motto del Santo Cottolengo, che riprende San Paolo, “Caritas Christi urget nos”, l’amore di Cristo ci spinge, è il vero motore del nostro agire in questo mondo.

Affido a San Lorenzo, diacono e martire, la nostra città di Alba e la nostra diocesi, affinché sul suo esempio sappiamo essere sempre solidali, indicando nei poveri, come fece Lui, i nostri veri tesori. Amen.

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