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Il progetto di cure palliative dell’Asl di Asti ha compiuto un anno

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L'ospedale Cardinal Massaia di Asti.

ASTI Un infermiere di riferimento, in grado di prendere in carico il malato e il suo nucleo familiare, offrendo assistenza personalizzata: è il progetto di cure palliative Primary Nursing, che ad agosto ha compiuto un anno, durante il quale sono stati seguiti 202 pazienti sul territorio dell’Asl (80 casi su Asti centro, 63 su Asti sud e 59 su Asti nord). Il progetto ha come obiettivo l’erogazione di cure palliative domiciliari, mettendo al centro la persona e le sue necessità, in modo continuo e con facile accesso. Si attiva su richiesta del medico di famiglia o delle strutture ospedaliere, che hanno già in cura il paziente.

Tre nuclei territoriali (nord, centro e sud), coordinati da una centrale unica e composti da infermieri con formazione specifica o esperienza nel campo, operano in collaborazione con i professionisti della struttura di Oncologia dell’Asl, gli infermieri territoriali e i medici di medicina generale. Durante l’orario di servizio sono presenti 12 infermieri,  mentre da lunedì a venerdì, dalle 16 alle 20, e di sabato, domenica e nei giorni festivi, dalle 8 alle 20, è in funzione la pronta disponibilità infermieristica, per garantire assistenza costante per 12 ore tutta la settimana.

Da qualche mese, è possibile contare anche sull’apporto di un medico specialista palliativista, contattabile telefonicamente dagli infermieri o dai dottori di continuità assistenziale, in caso di necessità. Ogni infermiere si occupa di un numero ristretto di pazienti, diventando un punto di riferimento per loro e per i rispettivi nuclei familiari. L’attività ha contribuito a migliorare l’umanizzazione delle cure, con una modalità di assistenza personalizzata, consentendo ai pazienti di stare a domicilio con i propri cari e di contenere il loro tasso di accesso al pronto soccorso.

L’Asl sta lavorando ulteriormente sulla pratica del Primary nursing, in particolare sulla formazione degli infermieri operanti sul territorio, per diffondere il modello di presa in carico personalizzata su tutti i pazienti in cure domiciliari. Il direttore generale dell’Asl Flavio Boraso ha commentato: «Questo progetto rappresenta un passo in avanti per l’umanizzazione delle cure e la sanità di prossimità».

Manuela Zoccola

 

 

 

 

 

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