Roghi di rifiuti al campo nomadi e usura: indagate 12 persone

Vendeva botti senza autorizzazioni: denunciato ad Asti dalla Finanza

ASTI Accatastavano i rifiuti e li incendiavano, poco fuori dal perimetro del campo nomadi di via Guerra, dopo aver recuperato il ferro, rivenduto alle fonderie: è l’ipotesi di accusa formulata dalla Procura cittadina al termine delle indagini dei Finanzieri del comando provinciale, nei confronti di 12 persone di etnia rom residenti in città, ma anche nel Cuneese e Torinese. Secondo gli inquirenti, che hanno eseguito ieri (martedì 18 ottobre) 26 decreti di perquisizione e sequestrato immobili e veicoli per 3 milioni di euro – raggiugendo, fra gli altri, i centri di Costigliole d’Asti, Portacomaro, Robilante, Tortona e Moncalieri – gli indagati recuperavano i rifiuti, raccogliendoli senza autorizzazione, servendosi di sei aziende costituite ad hoc per disporre dei formulari necessari al trasporto, con un dozzina di automezzi.

I residui venivano stoccati in alcuni depositi, fra i quali due capannoni in città (sequestrati) o all’interno del campo di via Guerra, dove è stata localizzata un discarica abusiva contenente circa 60 tonnellate di materiale di ogni tipo, conferito abusivamente. Secondo quanto appurato dalle Fiamme gialle del nucleo di polizia economico finanziaria del tenente colonnello Fabrizio Notaro, una sola delle ditte, collegata agli inquisiti, aveva raggiunto con questo sistema, nel 2021, un giro d’affari di 2 milioni e 600mila euro. I roghi, proseguiti per tutta l’estate appena trascorsa e spenti a fatica dai Vigili del fuoco, erano, secondi i finanzieri l’ultimo passaggio dello smaltimento clandestino.

«Fra le baracche del campo abbiamo ritrovato anche batterie e pneumatici, carcasse di auto e alcune bombole del gas», spiega l’ufficiale, «fra i materiali bruciati c’erano, inoltre, latte di vernice. I rifiuti provenivano anche dallo sgombro di cantine e attività e da residui raccolti da terzi». Il blitz delle fiamme gialle, condotto con l’ausilio dei tecnici dell’Arpa, della Sezione aerea di Varese, di reparti della Finanza di Torino e degli agenti della Questura, nasce da un’inchiesta avviata nell’altro “ramo” dell’attività criminale attribuita dalla Procura al gruppo: «L’attività investigativa è iniziata da alcuni casi di usura: a questa abbiamo collegato i roghi del campo nomadi», prosegue Notaro. Le vittime erano, secondo quanto appurato, imprenditori astigiani che versavano in condizioni di difficoltà economica.

Davide Gallesio

Banner Gazzetta d'Alba