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Speriamo che il nuovo Governo intervenga a salvare gli artigiani

LETTERA AL GIORNALE Sono dieci anni che mi rivolgo ad associazioni e politici chiedendo di salvare le piccole botteghe artigiane, ma inutilmente. Oggi finalmente qualcuno inizia a capire che forse qualche cosa non è andata per il verso giusto. In questi anni molte botteghe hanno chiuso e altre con l’aggravamento della crisi energetica vedranno il loro lavoro sfumare. La situazione disastrosa dentro la quale si arrabattano artigiani e piccoli commercianti preoccupa da molti anni, era evidente che si sarebbe arrivati a una catastrofe. Come mai nessuno si è mosso?

Speriamo che il nuovo Governo intervenga a salvare gli artigiani

Dopo tanto tempo Carlo Petrini pare abbia capito la gravità del problema. Speriamo che anche le associazioni e il nuovo Governo si muovano prima che si tocchi il fondo. Se qualcuno si fosse mosso dieci anni fa, quando feci stampare le prime locandine (salviamo le piccole botteghe) forse molte attività non avrebbero dovuto chiudere. Carlo Petrini ha ragione quando vede un pericolo in Amazon. A Petrini vorrei dire che il pericolo è sicuramente Amazon e i suoi furgoni, ma è anche il fisco e la burocrazia che costringono gli artigiani a pagare un tributo del 70%. È inaudito pagare un pegno così per avere dei servizi mediocri. Le piccole botteghe sono un bene di questo Paese, sono l’ossigeno dei piccoli paesi e delle città, per questo dovrebbero essere adottate e non massacrate. Le spalle larghe di molti artigiani hanno tenuto duro per anni, adesso non ce la fanno più, prendetene atto. Gli errori di ieri si stanno pagando a caro prezzo. Ci sono paesi che sono privi di negozi, vuoti e tristi, dove non si sa dove andare a prendere un caffè o mangiare un panino. Privi delle piccole botteghe i paesi muoiono, diventando tristi e malinconici, inospitali anche per il turista.

Bruno Murialdo

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