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Va bene la Fiera in centro, ma non limitiamo la libertà di chi ci abita

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba (Foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

LETTERA AL GIORNALE Gentile direttore, inizia la Fiera del tartufo, evento di alto profilo, in crescita e con positive ricadute sul territorio. Ma come in tutti gli eventi, c’è sempre il rovescio della medaglia. Da anni la Fiera coinvolge molti spazi cittadini. Cosa che crea problemi ai residenti del centro storico. Ci vorrebbe un po’ di buona volontà per prevenire i disagi di coloro che la Fiera l’hanno di fatto “in casa”, organizzando meglio l’accesso al centro storico: ho assistito a una discussione tra un Vigile e un residente impedito a raggiungere il suo garage, durante il Forum sul turismo enoico. Anche gli spazi riservati a standisti ed espositori andrebbero gestiti meglio, garantendo il normale transito ai residenti.

I dehors devono occupare solo la superficie assegnata dall’autorità municipale, senza allargarsi invadendo marciapiedi e aggiungendo tavoli. Non è possibile che non sia garantito il libero accesso alle abitazioni, come successo più volte. Nell’ottobre 2019 ho assistito a un diverbio, per il transito in via Calissano: una signora – al civico 3 – ha detto: «Siamo sequestrati in casa»; di fatto uscire dal portone condominiale con l’auto era impossibile. Anche sui parcheggi nel centro storico ci sarebbe da ridire. Da anni piazza San Giovanni è zona pedonale, ma i “furbi” trovano sempre da parcheggiare.

È difficile per gli uffici comunali competenti l’emanazione di regole e norme precise, riguardo a spazi, tempi e orari per gli espositori? Ovviamente occorre controllare che tutto venga rispettato e se necessario sanzionare. Con un po’ di buona volontà si può garantire il regolare svolgimento di tutte le iniziative della Fiera, gratificando, in primis, i numerosi turisti italiani e stranieri, i vari espositori e, aggiungo, anche gli abitanti del centro storico.

 Lorenzo Tablino

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