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All’ospedale di Verduno un giardino degli abbracci per l’ultimo saluto ai nostri cari

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VERDUNO All’ospedale Ferrero è stato realizzato il giardino degli abbracci e del commiato, uno spazio verde, accogliente, collegato alla camera mortuaria, che ha il compito di alleviare, almeno in parte, lo smarrimento delle persone che si troveranno in questa area dopo aver salutato per l’ultima volta un proprio caro.

Il giardino fa parte dei progetti della fondazione Ospedale Alba-Bra Onlus, ed è stato costruito con il  contributo della famiglia Ferrero e la progettazione è stata affidata a Giulio Senes e Natalia Fumagalli, dell’Università degli studi di Milano, tra i massimi esperti di giardini curativi in Italia.

«La recente pandemia da Covid ha ricordato a tutti come la morte sia un evento traumatico che merita di essere vissuto in un ambiente idoneo», spiega Senes.  «In tal senso, la fondazione fin dall’inizio del progetto ha ritenuto di fondamentale importanza la realizzazione di un giardino dedicato, che potesse portare sollievo nel momento del passaggio di una persona amata. L’elemento chiave del progetto è il forte significato simbolico, che crescerà nel tempo e che si riflette anche nella scelta delle specie vegetali, oltre che dei materiali, delle forme e degli elementi di arredo».

Il giardino degli abbracci e del commiato è composto da due aree circolari, una simboleggiante la terra con al centro un cerchio di erba e pietra e una il cielo con al centro una fontana con l’acqua che riflette il cielo soprastante. Le due zone sono circondare e protette da siepi che con il tempo cresceranno garantendo riservatezza e isolamento. A metà del sentiero allineato con l’uscita dell’obitorio è presente un arco che rappresenta la soglia tra terra e cielo. Il giardino è completato da panchine più isolate che si affacciano sull’ingresso della camera mortuaria oppure sulla valle del Tanaro.

Gli ideatori spiegano che l’area verde vuole garantire la sfera privata dei singoli o dei gruppi legati alla persona defunta attraverso spazi intimi, all’aperto, in grado di agevolare la condivisione dei sentimenti legati alla perdita, che proteggano dalle dinamiche esterne e che contribuiscano ad allentare sensazioni opprimenti.

«Negli ultimi 20 anni la ricerca scientifica ha mostrato con evidenza crescente come il contatto con la natura contribuisca in maniera determinante e con risultati oggettivi al miglioramento della salute e del benessere degli esseri umani», aggiunge Luciano Scalise, direttore della fondazione. «In linea generale i giardini per la guarigione possono essere intesi come zone in cui gli utenti interagiscono con la natura in modo autonomo, secondo le loro preferenze (camminano, si siedono, parlano, guardano, ascoltano, si riposano, meditano), traendone benefici senza l’intervento attivo di un terapeuta».

Il giardino degli abbracci e del commiato – come tutti gli healing gardens del nuovo ospedale di Alba-Bra “Michele e Pietro Ferrero” – si inquadra in un più ampio progetto che mira ad attuare nel concreto il motto della fondazione Ospedale Alba-Bra: “la natura nell’ospedale, l’ospedale nella natura”. In tale ottica, per tutte le tipologie di aree, si è tenuto conto del quadro paesistico di riferimento, in modo che l’obiettivo di migliorare la qualità degli spazi di cura attraverso la realizzazione di nuovi interventi a verde gli aspetti visuali insieme a quelli naturalistici, ecologici e idrogeologici. Il tutto, avendo sempre in mente la sostenibilità economica e gestionale degli interventi proposti.

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