In Piemonte novemila animali abbandonati

In Piemonte novemila animali abbandonati

IL PROBLEMA «Un giorno ci sembrerà crudele vedere come trattiamo gli animali, il modo incurante con cui banchettiamo con i loro corpi e con cui li costringiamo o li abbandoniamo dopo averli usati a piacimento. Un giorno il consumo di carne e di pesce ci sembrerà meno scontato e considereremo la nostra attuale sopraffazione con distacco minore». Questa la profezia che un attivista animalista lancia in un libro illustrato, Amigos, pubblicato nel 2017.

Eppure gli animali sono anche nostri amici. Secondo i dati comunicati dall’associazione piemontese “Gaia animali & ambiente”, il 35 per cento dei piemontesi accoglie in casa almeno un cucciolo. Significa che in regione vivono circa un milione e mezzo tra cani, gatti e altre creature domestiche. «Vanno considerati a tutti gli effetti “cittadini” aggiuntivi delle nostre realtà. Nelle famiglie con bambini fino ai 14 anni la presenza di animali è superiore di ben 11 punti rispetto alle famiglie senza figli. L’accudimento è una pratica ottima per l’evoluzione del piccolo. I bimbi che crescono con animali – lo spiega una fitta letteratura scientifica – sono più abituati a convivere con esseri viventi “altri da sé”», precisano a Gaia.

Dal punto di vista psicologico gli animali non rappresentano soltanto un antidoto alla solitudine, ma sono interlocutori emotivi in ​​grado di modulare la nostra identità, il nostro modo di abitare la vita e percepire il mondo. Per questo anche le persone anziane possono essere aiutate se si prendono cura di un cucciolo, che le rende più autonome e responsabili.

Allo stesso tempo esiste una realtà parallela fatta di estrema crudeltà verso la fauna sia domestica che selvatica. Secondo i dati del Ministero della salute, in Piemonte nel 2021 sono stati quasi seimila gli ingressi nei canili sanitari (gestiti dai Comuni), a cui si devono aggiungere oltre tremila accoglienze nei canili rifugio (il luogo in cui si attende l’adozione o si resta per la vita): vuol dire che ci sono oltre novemila animali che ogni anno vengono abbandonati. Come sottolineano i dati raccolti dall’Ente nazionale protezione animali (Enpa), che ha circa 160 sedi in tutta Italia, da gennaio al 30 settembre «sono 17.585 i cani nei nostri rifugi e 39.752 i gatti accuditi, mentre le adozioni di animali sono in grande calo». 

Se gli animali domestici non se la passano molto bene, pure quelli selvatici patiscono l’invasività dell’azione umana. Secondo i dati diffusi dal Wwf la scorsa settimana, negli ultimi 50 anni la fauna non domestica si è ridotta del 69% in tutto il mondo, con picchi del 94% in America latina. Tra le specie più danneggiate figurano i delfini rosa dell’Amazzonia, i gorilla del Congo e i cuccioli di leone marino dell’Australia. Il cambiamento climatico e le pratiche inquinanti rendono gli ecosistemi poco ospitali, alterando gli equilibri naturali.

Se 3.500 cani hanno trovato una famiglia

INTERVISTA Edgar Meyer è il presidente dell’associazione “Gaia animali & ambiente”.

Cani, gatti e altri animali domestici: quali sono le principali problematiche, Meyer?

«Il rapporto tra animali ed esseri umani produce risultati positivi: serenità, calore, recupero del senso di responsabilità. Questo vale soprattutto per le persone anziane e sole. C’è purtroppo anche il rovescio della medaglia. Talvolta il rapporto uomo-altri animali non è corretto. Le problematiche sono gli abbandoni, i maltrattamenti e anche le uccisioni. Ma c’è di più: nelle liti tra coniugi che si separano può andarci di mezzo anche il cane o il gatto, vittime pure di terribili controversie di condominio. Ne parlo in un libro intitolato Quattrozampe in tribunale. Storie di animali (e uomini) alle prese con la legge».

Che cosa accade?

«L’incremento di adozioni di cani e gatti durante il lockdown sta producendo pure un aumento di “abbandoni mascherati”: le persone chiamano i rifugi, i canili e le associazioni, dicendo che non possono più occuparsi dell’animale, con le motivazioni più varie. Poi, ci sono i casi di persone che hanno perso lavoro e casa e non sanno davvero più che fare».

Che cosa dice la legge?

«Chi abbandona un animale è solo un delinquente. La legge punisce severamente queste pratiche: si rischiano supermulte e in qualche caso – se il cane o il gatto lasciato a sé stesso causa incidenti stradali gravi – anche il carcere. Chi invece ricorre all’“abbandono mascherato” può addurre varie motivazioni, anche plausibili e, per quanto possibile, si cerca di venirgli incontro. È peraltro incessante il lavoro delle associazioni che si occupano del tema per controbilanciare gli ingressi di animali nei rifugi, dove possono rimanere a vita. Quest’anno si stima che 3.500 cani siano stati adottati in Piemonte e moltissimi gatti sterilizzati».  

Matteo Viberti

 

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