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Alba delle automobili: nei feriali sono 100mila (REPORTAGE)

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IL REPORTAGE Quanto tempo serve per spostarsi in auto da un Comune della prima cintura del Roero al centro di Alba? Pensare di farcela in meno di mezz’ora è quasi un’utopia, anche se è un tragitto inferiore ai dieci chilometri. Tema oggetto di discussione – dentro e fuori il Municipio – da almeno due decenni, la viabilità albese è prima di tutto subìta da chi ogni giorno si sposta in auto per i motivi più svariati e poi da chi va a piedi o in bici. Nei periodi di picco turistico, ma non solo, diventa evidente la mancanza di una rete viaria in grado di reggere al traffico.

I tratti da bollino rosso sono quasi sempre gli stessi: corso Canale fino al Rondò e al ponte Albertino; corso Torino; corso Europa almeno fino alla rotonda di via Dario Scaglione; corso Italia; la rotonda in prossimità di piazza Ferrero. Sono alcuni esempi. Lo confermano i numeri, grazie ai sette varchi installati nei principali punti di accesso alla città: entrati in funzione un anno e mezzo fa, fanno parte di un sistema che permette di monitorare in tempo reale dalla centrale operativa della Polizia municipale, tutte le auto che entrano ed escono dal concentrico. Oltre ad intercettare i mezzi non in regola dal punto di vista normativo o segnalati a livello nazionale o internazionale per infrazioni e reati, permettono di elaborare dati e statistiche accurate sul traffico.

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Di Ciancia

Bollino rosso

Da 100mila a 110mila al giorno: in media, è il numero di automobili che transita su Alba dal lunedì al venerdì. Il comandante della Polizia municipale Antonio Di Ciancia, dal suo ufficio nella nuova centrale operativa al piano terra del palazzo comunale, prende come esempio i numeri di lunedì 21 novembre: «In totale, sono passate per Alba 110mila auto, malgrado la giornata fosse in apparenza calma, con molti negozi chiusi e nessun evento in calendario», conferma.

«In realtà, se si escludono le chiusure e i periodi delle restrizioni alla circolazione legati al Covid-19, nell’ultimo anno e mezzo abbiamo osservato una crescita costante del traffico in ingresso e in uscita da Alba. Il turismo ha senza dubbio un ruolo importante, anche perché oggi riguarda un po’ tutte le stagioni, ma la nostra è una città dinamica da tutti i punti di vista, basti pensare al traffico dovuto dalla presenza di aziende importanti, per non parlare delle scuole e di tutte le persone del circondario che gravitano su Alba per i motivi più diversi».

L’impatto delle grandi manifestazioni si nota soprattutto nei festivi: se la domenica di solito non si contano più di 75mila auto, con la Fiera si raggiunge in media quota 90mila, come dimostrano le ultime settimane.

Nei giorni di lavoro, la fascia oraria più critica è tra le sette e le 19, con alcuni picchi: «Su via Torino e sulla zona del ponte Albertino la situazione si complica dalle 16.30 in poi, quando al traffico strutturale si aggiunge il flusso di auto proveniente da corso Piera Cillario e dalla Ferrero, andando a intasare del tutto la zona».

Sul ponte Albertino

E i maggiori disagi si riscontrano proprio nell’asse viario che va da corso Canale a via Torino, passando dal Rondò e dal ponte vecchio. Secondo Di Ciancia, «grazie ai varchi, sappiamo che è questo il nodo più critico, che da solo assorbe circa il 30-40 per cento delle auto che transitano in città». Si parla di circa 40mila veicoli al giorno alla rotonda della casa di riposo Ottolenghi, con lo svincolo verso corso Asti o verso corso Canale, per poi proseguire alla volta del Roero. Sul totale, circa il venti per cento del traffico è rappresentato da mezzi pesanti. Da dati provinciali, si sa anche che di fronte al centro commerciale Bigstore al Mussotto transitano ogni giorno 22mila auto. «Se si pensa che se ne contano 29mila sul viadotto Soleri di Cuneo, che ha quasi il doppio degli abitanti di Alba, è evidente che il numero di mezzi che circola nella nostra città è davvero molto elevato».

Per tornare ai dati del sistema albese, al secondo posto per numero di mezzi si trova l’ingresso dal ponte strallato, attraverso corso Nebbiolo, con una media di circa 15mila auto al giorno. Terzo è il varco da San Cassiano e da corso Barolo, con una media che va da 12mila a 13mila mezzi: una parte prosegue verso corso Piave, l’altra verso corso Europa, che assorbe circa seimila auto in 24 ore. «In generale, è l’ingresso che predilige chi vuole evitare la tangenziale e finisce così per intasare la viabilità cittadina», dice Di Ciancia. Si prosegue con le diecimila auto che transitano da corso Cortemilia e le circa settemila da viale Cherasca, «ingresso che prediligono i turisti che scendono dalla Langa diretti verso il centro, soprattutto nei festivi». Da corso Enotria, infine, passano ogni giorno tra mille e 1.500 auto.

Tante, ma moderne

Se si vuole trovare un lato positivo, il parco mezzi che transita su Alba è piuttosto moderno. Per esempio, nell’ultima settimana, metà dei veicoli intercettati dai varchi rientravano nella categoria Euro 6: si parla di 215mila mezzi. Il 21 per cento, 82mila mezzi, erano Euro 5; quote più basse per gli standard europei più vecchi. «Significa che, se dovesse scattare il semaforo antismog, più del 75 per cento dei mezzi sarebbe a norma», prosegue il comandante. Le auto immatricolate ad Alba sono oltre 22mila, molte più rispetto ai 19mila albesi maggiorenni. «Il fatto che il numero di auto in città sia così elevato si evince anche dai parcheggi: su circa 7mila posti disponibili, una quota importante è occupata ogni giorno da auto di cittadini». Oltre che a nuove infrastrutture, sarebbe importante puntare sui mezzi pubblici per incentivare le persone a rinunciare all’auto: «Un esempio: per il Roero, sarebbe utile un sistema di bus urbani che vada oltre Racca e arrivi fino ai Comuni più vicini, un po’ come accade nei grandi centri».

«Il terzo ponte sul Tanaro non è la soluzione migliore»

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Una ricostruzione digitale del terzo ponte

PROPOSTA E se non fosse il terzo ponte sul Tanaro, di cui è stato affidato la scorsa settimana l’incarico per lo studio di fattibilità, una delle soluzioni decisive per risolvere il problema del traffico di Alba? La questione è stata sollevata durante l’incontro di ieri sera, lunedì 28 novembre, al palazzo Giacomo Morra, dedicato al tema della mobilità sostenibile. In cabina di regia, l’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero, la Fiab albese (Federazione italiana ambiente e bicicletta) e il Comis (Coordinamento per la mobilità integrata e sostenibile).

Oltre al tema del terzo ponte, è stato fatto anche il punto sull’autostrada Asti-Cuneo, sulle ciclovie di interesse regionale al momento ostacolate dal tracciato del lotto 2.6 della A 33 e sul collegamento ferroviario tra Alba e Asti. Per quanto riguarda il terzo ponte, che collegherebbe il Mogliasso con la zona Cherasca, Silvio Veglio, membro del direttivo dell’Osservatorio, dice: «Rispetto al periodo in cui il terzo ponte è stato pensato, la città e il contesto generale hanno vissuto forti cambiamenti. In primo luogo, oggi è chiaro che il vero problema da affrontare è il collegamento tra Mussotto e il centro attraverso il ponte Albertino. Tra le circostanze di cui tenere conto c’è anche l’apertura dell’ospedale a Verduno, che ha spostato una parte importante del flusso veicolare verso Ovest, in direzione opposta rispetto all’ipotetico nuovo ponte. Senza dimenticare che parliamo di un viadotto di 1.500 metri, che andrebbe a intaccare un’area naturale non edificata, soggetta a forti eventi alluvionali».

Ma non basta, secondo Guido Chiesa, altro membro dell’Osservatorio: «In più, senza la tangenziale Est, cioè il nuovo collegamento tra viale Cherasca e corso Cortemilia, il terzo ponte sarebbe l’ennesimo spreco di denaro pubblico. Peccato che la strada in questione presenti più di una criticità: la necessità di sorpassare la ferrovia Asti-Alba; di transitare due volte sul Cherasca; attraversare l’insediamento della Miroglio. Nel complesso, l’intervento implicherebbe un probabile aumento dell’inquinamento ambientale e un peggioramento della qualità della vita delle aree in questione».

L’Osservatorio ha delle proposte. Una è il raddoppio del ponte Albertino, che si potrebbe affiancare con un nuovo viadotto a campata unica sul lato opposto rispetto alla ferrovia: in questo modo si avrebbero quattro corsie, una ciclabile e un percorso pedonale protetto. «I 32 milioni stanziati per il terzo ponte potrebbero servire proprio alla realizzazione di quest’opera, insieme a un sottopasso della rotonda del Rondò. Oltre a questo, per le auto che provengono dal- l’alta Langa, al posto della galleria di Santa Rosalia prevista dal piano regolatore, proponiamo un percorso più breve e risolutivo: una galleria di circa due chilometri da corso Cortemilia a strada Castelgherlone, con il successivo raccordo con la rotonda di San Cassiano». Ci sono richieste anche sul fronte dell’Asti-Cuneo, oltre a quelle avanzate dalla Fiab per la riattivazione delle ciclovie Via del mare e BartoBar, oggi ostacolate dal tracciato autostradale. Dal canto suo, per quanto riguarda la ferrovia, il Comis ha chiesto lo sviluppo di un collegamento con Asti calibrato sulle esigenze delle persone che potrebbero usufruirne ogni giorno. 

Francesca Pinaffo

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