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Valeria si è ammalata: la vita la porta ad Alba (REPORTAGE)

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GIORNATE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ Le chiamano disabilità invisibili, perché non sono evidenti dall’aspetto fisico o al primo sguardo. Eppure ci sono e possono essere impattanti: convivere con una patologia cronica invalidante è una sfida quotidiana, perché la vita prosegue, ma con nuove esigenze e nuovi ritmi. Spesso bisogna riprogrammare sé stessi, da tutti i punti di vista. Il lavoro è uno di questi, in realtà uno dei più importanti, perché rende una persona autonoma.

Valeria Duò, quarantaseienne di Pianezza, 15mila abitanti nel circondario di Torino, due anni fa stava vivendo il periodo più dinamico della sua carriera. Poi, all’improvviso, una diagnosi ha cambiato tutto. Racconta la donna: «Ho scoperto di essere affetta da un cancro al seno metastatico, una patologia di cui non si parla molto, ma che fa soffrire in Italia più di 35mila donne. È un cancro che si può curare, ma dal quale per ora non si può guarire. Si tratta di una patologia grave, che fa paura, ma con la quale è però possibile imparare a convivere. Il 2021, il primo anno dalla diagnosi, per me è stato un periodo di assestamento. Nel 2022, ho ripreso in mano la mia vita. Cambiano le priorità, perché la salute sale al primo posto. E poi bisogna trovare un nuovo equilibrio, perché si affrontano controlli e ricoveri programmati. Se si guarda al lavoro, questo significa destinare parecchie giornate a visite, controlli ed esami. Senza contare che, con una patologia di questo tipo, è impossibile reggere i ritmi abituali».

Valeria è una grafica pubblicitaria, con vent’anni di esperienza; da una decina aveva aperto la sua partita Iva. Prosegue il racconto: «Quando ho scoperto il cancro, mi ero creata un bel pacchetto clienti. Ma mi sono scontrata con la realtà: per i lavoratori automi è difficile essere tutelati. Così ho chiuso la partita Iva e ho cercato lavoro come dipendente, nell’ambito della legge 68, vista l’invalidità dovuta alla mia patologia».

La normativa, che risale al 1999, è molto importante, perché ha introdotto l’inserimento delle persone con disabilità nelle imprese, attraverso il cosiddetto “collocamento mirato”. Ed è a questo punto che la storia di Valeria incontra quella di Francesca Cuniberto, amministratrice delegata di Alf, agenzia creativa con sede ad Alba, specializzata nella comunicazione d’impresa e di progetti sociali. Attiva da due anni, è una realtà che conta 30 dipendenti: «La nostra è un’azienda che mette al centro le persone: ci piace valorizzare le idee di ognuno e permettere a tutti di esprimere il meglio», racconta Francesca. «Quando abbiamo superato i 15 dipendenti, ci siamo trovati di fronte all’obbligo di legge di assumere una persona disabile. Lo ammetto: eravamo molto impreparati, anche perché tutti abbiamo tanti preconcetti sulla disabilità».

Decisivo è stato il progetto di fondazione Crc e Confindustria

Il terzo protagonista di questa storia è il progetto Autonomia e disabilità, con il quale la fondazione Cassa di risparmio di Cuneo porta avanti una serie di pratiche virtuose. Uno dei sei filoni dell’iniziativa riguarda l’inserimento lavorativo, con la scelta di collaborare con Confindustria, che da anni ha introdotto il servizio del disability manager, per favorire l’incontro tra lavoratore disabile e azienda.

Spiega Francesca: «Ho incontrato Valeria grazie a una collaboratrice e ho capito di trovarmi di fronte alla persona giusta, dal punto di vista professionale e umano. Con Alessandra Dogliani, disability manager di Confindustria Cuneo, abbiamo approfondito le varie questioni. E, dopo esserci confrontati con Valeria, le abbiamo proposto un contratto part time a tempo indeterminato. Da donna e imprenditrice, sono convinta che il nostro gruppo sarà certamente arricchito dalla sua professionalità, ma anche dalla sua storia e dal suo coraggio».

L’ingresso in Alf è previsto per questa settimana, con quattro giorni in smart working e un giorno in presenza ad Alba. «Non vedo l’ora d’iniziare: il mio lavoro è parte di me e mi ha aiutata ad affrontare la malattia. Mi sento fortunata, perché non sempre le donne con la mia stessa patologia hanno opportunità di questo tipo», asserisce Valeria. 

Disability manager, la figura che organizza le opportunità

LA STORIA Da Vela-Verso l’autonomia a Orizzonte Vela, per arrivare al progetto biennale Autonomia e disabilità: in linea con quanto realizzato dal 2015 a oggi, la fondazione Cassa di risparmio di Cuneo ha scelto di continuare a lavorare sul tema dell’inclusione, dell’inserimento lavorativo, della semiresidenzialità, della sensibilizzazione e di una serie di altri filoni che riguardano lo sviluppo di un contesto territoriale realmente accogliente per le persone con qualsiasi tipo di disabilità.

L’occasione per parlarne è la Giornata internazionale delle persone disabili, istituita dalle Nazioni unite per il 3 dicembre. Per la fondazione cuneese, il nuovo progetto si avvale della collaborazione di realtà della provincia già attive sullo stesso tema, ciascuno con le proprie competenze. Come capofila delle iniziative in ambito lavorativo, la Cassa di risparmio di Cuneo ha scelto Confindustria Cuneo, che da anni ha introdotto il servizio del disability manager, con l’intento di favorire l’inserimento delle persone con disabilità nelle aziende, partendo dall’incontro tra domanda e offerta, fino a creare rapporti di lavoro duraturi e arricchenti per entrambe le parti.

Si tratta di un percorso vero e proprio, che deve partire da un cambio di prospettiva. Ne parla Alessandra Dogliani, assistente sociale che da dieci anni lavora per Confindustria, oggi nel ruolo di disability manager: «Alla base di questo progetto c’è l’idea di dare il giusto valore a quanto prevede la legge 68, che molto spesso viene interpretata unicamente come un obbligo a cui assolvere. Lo dimostra il fatto che molti lavoratori protetti finiscono per svolgere mansioni basiche e poco gratificanti. Il concetto chiave è quindi cambiare prospettiva: ogni persona può dare il proprio contributo all’ambiente lavorativo in cui viene inserita, purché si trovi nel ruolo più adatto. È chiaro che una persona con disabilità presenta una serie di esigenze specifiche e una serie di limiti nello svolgimento delle varie attività, a seconda del tipo di disabilità e di lavoro, ma ciascuno può comunque dare il meglio di sé stesso, proprio in un’ottica di produttività: sentirsi assunti in virtù di un obbligo non è gratificante. E, dal punto di vista dell’azienda, non porta ad alcun vantaggio».

Dal colloquio all’inserimento sul lavoro, per poi proseguire anche nei due mesi successivi, Confindustria propone all’impresa e al lavoratore un monitoraggio passo dopo passo. «Ogni percorso è diverso, a seconda dell’esperienza e delle esigenze di ogni individuo. Per esempio, nel caso di Valeria Duò e della Alf di Alba, ci siamo trovati di fronte a una donna con un’esperienza professionale importante, pronta a reggere un contratto a tempo indeterminato. Per quanto riguarda i risultati del progetto, il nostro obiettivo era inserire, nel giro di due anni, almeno dieci persone. E a oggi possiamo dire di aver già raggiunto questo obiettivo: per quanto riguarda l’Albese, abbiamo anche completato un inserimento nella cantina Terre di Barolo. A livello provinciale, abbiamo lavorato con ogni tipo di azienda: dalla multinazionale alla media impresa, sempre con gli stessi obiettivi e con risultati che ci permettono di affermare che questa strada può portare davvero a risultati virtuosi», conclude Dogliani.  

Francesca Pinaffo

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