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Asti-Cuneo: per l’Osservatorio del paesaggio sarà decisiva la Conferenza dei servizi

L’autostrada Asti-Cuneo attende ancora la valutazione
autostrada A33 Asti-Cuneo, cantiere Roddi

LA LETTERA Si sono spesi titoloni sul fatto che la Commissione valutazione impatto ambientale del Ministero dell’ambiente abbia dato parere favorevole alla proposta del Concessionario, “in esterno” (cioè con i viadotti, ndr), della tratta Verduno -Cherasco, con prescrizioni al momento non note. La Commissione non poteva esprimersi su altro, era un atto dovuto. Però l’iter è ancora lungo e complesso.

Il momento importante sarà la Conferenza dei servizi che dovrà anche analizzare i risultati dello studio comparativo tra la soluzione in esterno ed il tunnel, richiesto dal Ministero delle infrastrutture e dei trasposti al Politecnico di Torino, attraverso il concessionario, e di cui non si hanno notizie.  Sarebbe corretto che Cirio e Gabusi fossero più prudenti nel dichiarare risolti problemi che non lo sono: già troppe volte hanno preso cantonate.

Ci preme fare alcune considerazioni sui documenti presentati dalla Società Asti-Cuneo in risposta alla richiesta di integrazioni del Ministero per la transizione ecologica (Mite), oggi dicastero dell’ambiente, allo Studio di impatto ambientale (Sia). Abbiamo preso visione dei documenti presentati dalla Società Asti-Cuneo al Mite in risposta alla richiesta di integrazioni al Sia del “nuovo tracciato in esterno” del Lotto 2.6.a Roddi-Diga Enel. Il documento era stato recapitato al Concessionario il 2 agosto; le indicazioni sono state consegnate al Mite il 17 novembre.

Se qualcuno si illudeva che il Concessionario avrebbe completato l’Autostrada Asti-Cuneo avendo a cuore l’opinione pubblica e gli interessi delle comunità locali, dovrà rassegnarsi: l’impressione che si ricava dalla lettura dei documenti presentati è infatti quella di una Società interessata unicamente a ricavare il massimo utile con il minimo sforzo approfittando dell’esasperazione dei cittadini per una vicenda che si trascina ormai da troppo tempo. Innanzitutto il Concessionario ha ritenuto di poter ignorare la richiesta dell’Osservatorio di fine 2021 che fosse effettuato uno Studio comparativo tra la soluzione con il tracciato in galleria e quella all’aperto.

L’arroganza della Società è dimostrata anche dall’aver ignorato la lettera della Direzione generale per la vigilanza dei contratti autostradali (Dgvca) del 22 marzo 2022 che richiedeva esplicitamente all’ente «una valutazione comparativa aggiornata alla luce dell’attuale contesto normativo delle due soluzioni (sviluppo del Lotto II.6-A all’aperto o in galleria), che consideri anche i profili di sostenibilità ambientale», specificando che «per assicurare l’autonomia e l’indipendenza dell’analisi, suddetta valutazione dovrà essere redatta da un soggetto terzo, individuabile nell’ambito di Istituti universitari riconosciuti dell’ordinamento nazionale».

Ed è stata parimenti ignorata la richiesta di integrazioni della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale (Ctvia) del Mite, pubblicata in data 2 agosto 2022, che al punto 2.1 rilevava la necessità di: «integrare lo Studio di impatto ambientale (Sia), tramite adeguata descrizione delle alternative progettuali alle opere prese in esame, sia pregresse sia eventualmente elaborate in riferimento allo stralcio in variante, inclusa la soluzione con il tracciato in galleria. Le predette alternative, inclusa la “Zero”, dovranno essere adeguatamente analizzate e comparate, con riferimento alle diverse componenti ambientali, alla soluzione di progetto prescelta e oggetto di valutazione dello studio».

L’assenza di un documento esplicitamente richiesto dalla Ctvia non fa altro che insinuare il dubbio che lo Studio – commissionato al Politecnico di Torino – sia giunto a conclusioni non del tutto favorevoli alla soluzione prospettata dalla Società e che per questo motivo sia stato cassato dall’elenco dei documenti presentati. Ovvero che si pensi di poterlo utilizzare come scusa per scaricare sulla solita burocrazia gli eventuali ritardi nell’esecuzione dei lavori.

Il Concessionario pare non aver capito – o fa finta di non capire – il senso della richiesta della Ctvia di valutare l’alternativa “Zero” e, di conseguenza, la richiesta dell’Osservatorio di pubblicare l’Analisi trasportistica di cui parla lo Sia. L’Alternativa “Zero” consiste nel mantenere il sistema della viabilità locale allo stato attuale, l’Analisi trasportistica a verificare i vantaggi introdotti in quel sistema dalla messa in servizio dell’Autostrada. Vantaggi dei quali l’opinione pubblica non potrà farsi un’idea per il semplice motivo che il documento non è incluso tra i documenti presentati.

Il risultato del confronto tra il sistema esistente e quello con l’Autostrada è, nel caso dell’Asti-Cuneo, tutt’altro che scontato dal momento che è stata inglobata nella A33 la preesistente tangenziale di Alba. Non è infatti scontato che gli automobilisti, che ora utilizzano la tangenziale gratuitamente, continuino a farlo dovendo pagare un pedaggio. E’ anzi del tutto probabile che preferiscano riversarsi sulla viabilità locale. Cosa che è già certo dovranno fare i mezzi agricoli, ai quali sarà proibito accedere alla tangenziale una volta inglobata nell’autostrada.

L’unica soluzione praticabile per alleviare i problemi di traffico nell’area della città di Alba a seguito della messa in servizio dell’Autostrada è quella di rendere gratuito il tratto della A33 tra Cherasco e Castagnito agli automobilisti che si muovono al suo interno. L’Osservatorio ha calcolato che i minori incassi per la Società Asti-Cuneo nei 7 anni residui di concessione ammonterebbero a 15-20  milioni di euro, un importo irrilevante rispetto ai risparmi realizzati evitando di costruire le gallerie sotto il Tanaro. Non è tuttavia possibile al giorno d’oggi verificare la correttezza della previsione non essendo ancora disponibile il progetto definitivo del sistema di esazione dei pedaggi, il cosiddetto free-flow, in assenza del quale non è neppure possibile verificare l’effettiva consistenza delle varie promesse di gratuità sbandierate dall’Amministrazione regionale.

Misera appare poi la controproposta di installare panchine e cestini portarifiuti lungo i percorsi ciclo-pedonali interessati dalle opere dell’autostrada in risposta alla richiesta dell’Osservatorio e di molte altre associazioni di un nuovo percorso per due ruote e pedoni che metta in comunicazione la buffer zone del sito Unesco dei paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero con l’area tutelata delle residenze Sabaude  e del complesso carlo albertino di Pollenzo. Un intervento che consentirebbe di portare a nuova vita la storica struttura del ponte Albertino sul Tanaro e  mitigherebbe la ferita inferta al paesaggio da una striscia di bitume di 26 m di larghezza e della lunghezza di circa 5 km. Sussiste poi il ragionevole rischio che i cestini diventino piccole discariche perenni, non essendo prevedibile il loro regolare svuotamento.

In nessuna considerazione è stata poi tenuta la richiesta di barriere antirumore trasparenti come quelle adottate in molti altri tratti di autostrade – in particolare in Alto Adige – a integrazione dell’asfalto fonoassorbente proposto dal Concessionario i cui effetti sul fenomeno rumore sono limitati e diminuiscono di efficacia con il passare del tempo. È stata ignorata anche la richiesta di presentare la relativa valutazione denominata con l’acronimo Dnsh col pretesto che quel tipo di analisi è previsto solo per le opere incluse nel Pnrr. Dando per scontato che l’Asti-Cuneo non entrerà nella lista delle opere finanziate dai fondi europei, in via di revisione a causa del rincaro dei materiali e dei costi dell’energia.

Molte altre considerazioni potrebbero essere fatte, ma la conclusione sarebbe sempre la stessa: è veramente grande la delusione per quanto contenuto nei documenti presentati dal Concessionario. A giudizio dell’Osservatorio, la risposta alle richieste di integrazioni presentata dalla società Asti-Cuneo denota scarso impegno e una mancanza di rispetto nei confronti dell’opinione pubblica e dell’intelligenza dei cittadini, nonché delle istituzioni preposte al controllo della qualità delle opere. Una mancanza che giustifica la diffidenza con cui i cittadini guardano il completamento della A33.

L’Osservatorio continua a sperare che la prossima Conferenza dei servizi dia risposte concrete ai tanti problemi che ancora sussistono e sia possibile giungere a una conclusione positiva di una vicenda durata troppo a lungo. Come non smette di sperare che il Concessionario si decida finalmente di essere un imprenditore all’altezza dei tempi.

Un’ultima annotazione: il presidente Cirio continua a ripetere nelle varie interviste che “ci mette la faccia” sul fatto che l’autostrada sarà completata nel 2024. Risulta quindi chiaro, per chi non l’avesse ancora capito, che il Presidente fa del completamento della A33 un fatto di interesse personale, che poco ha a che vedere con i bisogni reali dei cittadini di Langa e Roero. Una medaglia da appuntarsi, probabilmente, in occasione delle prossime elezioni regionali. Gli elettori però non sono poi così sprovveduti e sapranno ben distinguere tra chi fa i loro interessi e chi pensa principalmente al suo.

Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero onlus

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