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Una persona ogni 4 giorni muore sul posto di lavoro (INCHIESTA)

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SICUREZZA Da gennaio a settembre 2022 si è registrato nel nostro Paese un aumento del 35,23% degli incidenti sui luoghi di lavoro. Lo dice l’Inail, che ha contato 536.002 denunce d’infortunio nei primi nove mesi dello scorso anno. A calare è invece il dato degli eventi mortali: 790 a fronte dei 910 nel periodo analogo del 2021. Il numero è in decremento anche in Piemonte, passando a 68 morti bianche rispetto a 77: restano più di 7 persone ogni mese, una ogni quattro giorni.

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Le denunce d’infortunio nell’Asl Cn2

Come dicevamo, il numero delle denunce d’infortunio è in aumento in tutte le regioni. In Piemonte – i dati sono lievemente difformi a seconda degli enti che li forniscono – ne sono state registrate 40.709, con un incremento del 42,27% rispetto alle 28.614 del 2021. I dati registrati dall’Inail segnalano un aumento delle denunce presentate da donne (+63,4%) rispetto a quelle degli uomini (+24,9%). L’impennata ha interessato sia i lavoratori italiani (+41,3%) che gli extracomunitari (+27,7%) e i comunitari (+23,5%). Una percentuale rilevante è costituita dagli infortuni in itinere ovvero quelli che avvengono sulla strada per andare al lavoro, il 12,03% del totale. In salita sono anche le denunce di malattie professionali (+8,56%), come la sordità da inquinamento acustico, la dermatite da contatto o le intossicazioni da sostanze chimiche.

Il Governo ha deciso d’istituire una task force. Il 12 gennaio si è tenuto il primo incontro tra Ministero del lavoro e i Dicasteri di giustizia, istruzione e merito, pubblica amministrazione, salute e università e ricerca per abbattere il numero d’infortuni. Hanno partecipato anche i principali interlocutori sociali (Inail, Ispettorato nazionale del lavoro, associazioni datoriali e sindacali).

L’intento è creare un patto sociale per diffondere una cultura della sicurezza, potenziare la normativa e l’opera d’ispezione. «Non è accettabile che anche un solo occupato perda la vita lavorando», ha affermato la ministra Marina Calderone. «Su questo tema dobbiamo agire con una progettualità comune, riflettendo sui rischi e implementando la strategia di prevenzione e protezione».  

Anmil: come usare la testa quando si lavora

L’Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil) assiste i lavoratori da 80 anni, promuovendo iniziative per migliorare la legislazione in materia di infortuni e sensibilizzando l’opinione pubblica.

I dati elaborati dall’Anmil aggiornati a novembre 2022 segnalano, 50.159 denunce di infortuni in Piemonte (in aumento del 36,5% rispetto al 2021), di cui 8.108 nella provincia di Cuneo. «Se si continuerà a rimproverare solo gli imprenditori, non si risolverà il problema degli infortuni sul lavoro», spiega Giovanni Guido, presidente territoriale Anmil.

«I controlli sono necessari ma non bastano: la cultura della sicurezza dev’essere adottata dai lavoratori stessi, entrando nelle buone pratiche quotidiane. Prendiamo come esempio l’agricoltura: esistono vari sistemi antiribaltamento per i trattori, venduti come optional. Spesso, non vengono installati, anche se l’Inail finanzia a fondo perduto chi li monta. Purtroppo spesso, complice la disinformazione, le persone non si avvalgono di questi dispositivi. Il datore deve garantire protezioni adeguate e un ambiente sicuro, ma è l’addetto che deve pretenderli. Proponiamo iniziative di sensibilizzazione nelle scuole, per spiegare ai ragazzi come usare la testa quando si lavora».

Giuseppe Calabretta (Spresal): dal 2018 al 2022 17 morti bianche, tra cui dieci solo in agricoltura

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Giuseppe Calabretta © Spresal

L’INTERVISTA Che cosa succede sul nostro territorio in ambito di sicurezza sul lavoro? Lo chiediamo proprio a Giuseppe Calabretta, direttore del Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro (Spresal) dell’Asl Cn2 di Alba-Bra.

Spiega il direttore: «Nel 2022 nell’ambito territoriale della nostra azienda sanitaria si è verificato un solo infortunio mortale nel comparto agricolo, per il quale siamo intervenuti per le indagini di nostra competenza. Da informazioni trasmesse dall’Inail, siamo venuti però a conoscenza di un ulteriore evento mortale a carico di un operatore del comparto del commercio».

La questione dell’assemblaggio dei dati è più complessa di quanto si pensi: per questo sussistono lievi difformità in base alle fonti e alla loro tempestività.

I morti sul lavoro sono invece stati 6 nel 2021, mentre considerando il periodo dal 2018 al 2022 se ne sono contati nel complesso 17, tra cui 10 solo in agricoltura. In Langa e Roero si è registrato nel tempo un costante calo degli eventi infortunistici sia totali che mortali, ma negli ultimi anni la decrescita è stata più lenta rispetto al passato. «La moltiplicazione dei cantieri e l’emergenza sanitaria da coronavirus ha fortemente condizionato l’andamento delle morti bianche, in particolare nel biennio 2020-2021, poco rappresentativo ai fini di un raffronto dei dati», aggiunge Calabretta.

«Ciò ha determinato, unitamente alla modalità di raccolta dei numeri del caso e all’impossibilità di reperire i dati processati in tempo reale, alcune criticità nell’interpretazione, che ha generato notizie discordanti riguardo all’evoluzione nel tempo del fenomeno. In considerazione delle difficoltà e della tipologia di aziende presenti sul territorio dell’Asl Cn2, possiamo peraltro affermare che la situazione non è fuori controllo rispetto alla media a livello nazionale».

La considerazione si basa sulla recente elaborazione statistica dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega engineering su base Inail, come spiega lo stesso direttore dello Spresal: «Lo studio, che ha considerato solo i decessi, con esclusione di quelli in itinere (durante il viaggio per raggiungere l’impiego), ha elencato le province in ordine d’incidenza degli infortuni mortali ogni milione di occupati; la provincia di Cuneo si colloca in questa indagine agli ultimi posti (91esima su 107), con un numero di morti sul lavoro pari a 4 su 261mila occupati, corrispondenti a un indice d’incidenza del 15,3% a fronte di un dato medio di 32. Gli infortuni sono certamente ancora troppi e resta sempre tanto da fare per migliorare le condizioni di salute e sicurezza, in quanto anche solo un decesso sul lavoro rappresenta una sconfitta per tutti noi».

Lo Spresal dell’Asl Cn2 è perciò impegnato nei piani di prevenzione. Spiega Calabretta: «Considerato che il settore edile rappresenta, insieme a quello agricolo, un comparto a rischio infortunistico anche in ragione dei recenti provvedimenti d’incentivazione che hanno determinato maggiori volumi di produttività, lo Spresal dell’Asl locale sottoscriverà proprio oggi, martedì 31 gennaio, presso la Prefettura di Cuneo, un protocollo d’intesa per incrementare la sicurezza e la regolarità nei cantieri edili, con l’obiettivo di porre in essere ogni attività e iniziativa di competenza per ridurre gli eventi infortunistici nel comparto».

Giorgia De Carolis

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