Riscoprire le radici: il vino ha plasmato le colline di Langa

Riscoprire le radici: il vino ha plasmato le colline di Langa 2

ALBA È sulle note della canzone popolare Se la Langa è così che si apre l’omonimo evento: due giorni dedicati al vino di Langa, Roero e Monferrato. Dedicati alla scoperta di chi, prima di noi, ha plasmato queste colline. E all’incontro tra vignaiole, vignaioli, esperti del settore e giovani under 30. Per riscoprire le nostre radici e accogliere nuove sfide. Il mondo del vino è in continuo mutamento e, con esso, il nostro ambiente: conoscere e osservare il passato è fondamentale per poter affrontare il futuro.

«Ci manca la conoscenza del passato. Di che cosa è stato questo crescendo. Il nostro territorio ha delle punte di eccellenza assolute dal punto di vista letterario e imprenditoriale. Ma stasera celebriamo quella moltitudine di contadini, di vignaioli, che in un primo momento non avevano neanche la dignità di fare i prezzi. Con il riscatto di questa generazione, e delle generazioni future, oggi, figli e nipoti di quei contadini, sono uno dei perni fondamentali della società. E quindi, mi piace iniziare questa serata con un incipit: se la Langa è così, noi lo dobbiamo proprio alla storia», dice dal palco Carlo Pretrini.

Tutto esaurito nel teatro albese

Petrini, ideatore dell’evento, accoglie le novecento persone che, con entusiasmo, hanno partecipato alla prima serata al teatro Giorgio Busca di Alba. Qui, condotti da Paolo Tibaldi, giovani e non, sono stati accompagnati in due secoli di storia, sfide, sconfitte e rivincite. Un approccio olistico e poliedrico, che ha visto alternarsi video di repertorio, ricerche storiche e contributi di esperti del settore, accompagnati dalle voci di tre cori: gli studenti dell’Università di scienze gastronomiche, il coro delle Maddalene e Le raviole al vin. Un’atmosfera familiare, in cui si è ripercorsa la storia del vino in Langa a partire dal Vermouth e dal Barolo Chinato, passando dagli arbori del Barolo e del Barbaresco, all’industrializzazione e la migrazione dalle vigne, alla nascita delle cantine sociali e alle problematiche che, negli anni, hanno colpito il settore vitivinicolo. Queste solo alcune delle storie raccontate dai protagonisti del mondo del vino e dagli studenti dell’università che hanno scavato nel passato per ricostruire la storia.

Perché, come ha ricordato Quinto Chionetti: «L’uomo si distrugge da solo. Dietro ogni bicchiere ci sono storie che vanno raccontate, che non si esauriscono dietro una bottiglia. Vanno rimesse in circolo, per delle scelte giuste, per la salvaguardia del futuro, giorno dopo giorno».

Proprio come è iniziata, la serata si conclude sulle note della medesima canzone: questa volta, però, sono novecento le voci che cantano all’unisono. «Se la Langa è così, ogni giorno e ogni sera, che io mangia, io beva, voglio cantar».

I giovani incontrano e brindano con i produttori

Relazione. Unione. Rete. Queste solo alcune delle parole che hanno dato il via alla seconda giornata dell’evento Se la Langa è così, dedicata ai giovani appassionati di vino e all’incontro con vignaiole e vignaioli.

Giovani che credono nel territorio hanno avuto la possibilità di conoscere in prima persona i protagonisti del settore vitivinicolo, creando un momento di condivisione e confronto, di scambio di idee e di incontro generazionale.

Suddivisi in 50 tavoli tematici, i 350 partecipanti hanno esplorato il mondo del vino confrontandosi con più di 100 produttori, entrando in contatto con la cultura contadina. Non una semplice degustazione, ma un incontro su temi attuali e prospettive future. I produttori hanno portato al tavolo la loro storia, la loro visione, ma anche la loro anima.

È dal confronto che nascono nuove idee: dai nuovi approcci per sopravvivere al cambiamento climatico, alla collaborazione e la voglia di fare sistema, al tema del biologico e del biodinamico, al ruolo della donna nel mondo del vino, alla simbiosi in campo e al rispetto degli ecosistemi. La strada da fare è lunga e, nulla, nel mondo del vino, segue una strada ben precisa.

L’evento promosso da Petrini e Università di Pollenzo è il punto di partenza. Il punto di partenza per una nuova visione del vino perché una cosa è certa: bisogna partire dalla semplicità per fare le cose. La Langa, il Roero e il Monferrato sono il nostro patrimonio. L’abbiamo cucito su noi stessi e, ora, dobbiamo custodirlo. Guardando al passato, ma con lo sguardo sempre rivolto al futuro. Perché, come diceva Veronelli: «Il vino, dopo l’uomo, è il personaggio più capace di racconti».

Chiara Nervo

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