Liste d’attesa in Piemonte, il Pd ha già raccolto tremila firme

Covid, ora regole e programmazione in studi medici famiglia

POLITICA «La salute è un diritto fondamentale. Non deve essere né un privilegio né una concessione», sono parole del segretario regionale del Partito democratico Domenico Rossi che ha presentato la petizione on-line per sollecitare la Regione a ridurre i tempi d’attesa per visite ed esami. «Le lunghe liste d’attesa sono il sintomo più evidente della precarietà della sanità pubblica in Piemonte e proprio da questo intendiamo partire per curare l’intero sistema, perché anche il tempo è salute».

Tutti i dettagli sulla campagna a questo link:  stoplisteattesa.it

Nelle prime 48 ore di apertura della petizione digitale sono arrivate tremila firme; al modulo on-line si aggiungeranno le adesioni raccolte con i banchetti e i gazebo portati in piazza dai diversi circoli del partito.

«La situazione attuale è inaccettabile e  tradisce  lo spirito dell’articolo 32 della Costituzione, oltre che della legge  833 del 1978 ispirata a valori di  universalità, uguaglianza ed equità. Siamo lontanissimi da tutto questo. Una legge, ricordiamolo, voluta da Tina Anselmi, partigiana e prima donna ministro della storia repubblicana», sottolinea Rossi.  «L’obiettivo del Pd è quello di mettere la propria rete al servizio dei piemontesi, degli operatori del settore e di tutti coloro che credono nel diritto alla salute, riportando al centro del dibattito la discussione su un tema chiave come quello della sanità. Vogliamo essere interlocutori credibili dentro le istituzioni ma soprattutto fare in modo che la battaglia per una sanità davvero universale sia una battaglia popolare».

«La sanità – afferma Rossi – è un tema rivelatore della visione di società di ciascun partito: la destra persegue una società diseguale, dove solo chi ha i mezzi accede ai servizi. Noi, invece, crediamo che i diritti fondamentali debbano essere garantiti a tutti. Dietro l’indebolimento della sanità piemontese e del sistema sanitario nazionale c’è un chiaro disegno che favorisce la crescita del privato. La previsione del Governo di investimento del 6,2% del Pil sulla sanità, unita alla riforma fiscale che costerà fino a 10 miliardi di euro in termini di mancate entrate va nella direzione di ridurre investimenti sulla scuola, il trasporto pubblico e, appunto, la sanità. Un disegno come questo dopo la pandemia da Covid19 è inaccettabile. Gli investimenti in politiche di salute non solo non sono un costo, ma sono presupposto anche di ogni benessere sociale ed economico perciò, con questa petizione facciamo delle proposte concrete a ogni livello. Serve una manovra a tenaglia che coinvolge Regione e Governo per salvare la sanità pubblica, che deve tornare a essere attrattiva, anche per livello delle retribuzioni e progressi di carriera possibili. Ma per farlo occorre finanziare con almeno il 7% del Pil il Ssn, assumere più personale, programmare in maniera corretta e potenziare la sanità territoriale».

«In una Regione in cui per una visita bisogna prenotarsi con otto mesi di anticipo evidentemente la salute è un diritto non più fruibile» denuncia Valentina Paris, componente della segreteria regionale del Pd con delega alla salute.  «Per questo il partito si pone a sostegno dei cittadini e degli operatori sanitari che rivendicano un servizio efficiente per tutti. Con questa mobilitazione impegniamo tutta la comunità democratica a partire dagli eletti accanto alle cittadine e ai cittadini piemontesi».

Tra i casi più eclatanti raccolti dagli esponenti Pd ci sono le attese per la visita oculistica a fino a marzo 2024 e fino a dicembre per l’eco-doppler alle Molinette; il record è per la colonscopia a Chieri che viene fissata a luglio 2025.

«Gli stessi medici di base sono in allarme e ci segnalano casi eclatanti: non sono più in grado di garantire cure, di vedere le loro prescrizioni produrre effetti. E vedono molti pazienti aggravarsi o rinunciare alle cure» aggiungono i consiglieri Dem.

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