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L’astigiano Griffi sconfina in Francia: Ferrovie del Messico tradotto da Gallimard

L'astigiano Griffi sconfina in Francia: Ferrovie del Messico sarà tradotto da Gallimard
© Giulio Morra

LETTERATURA Ferrovie del Messico sbarca in Francia con la prestigiosa casa editrice parigina Gallimard. È stato infatti concluso in questi giorni l’accordo per la pubblicazione in lingua francese del volume dello scrittore astigiano Gian Marco Griffi. Dopo gli accordi con Ullstein (Berlino) e Meridione (Praga), si tratta del terzo passo fuori d’Italia di un romanzo dal successo sorprendente.

Pubblicato in sordina il 26 maggio 2022, quando Gazzetta d’Alba ne aveva parlato in anteprima, il libro era stato distribuito inizialmente in 168 copie nelle librerie. Poi le recensioni dei principali quotidiani, il  passaparola dei lettori, l’attivismo dei librai indipendenti e i numerosi premi raccolti (Mastercard letteratura e Libro dell’anno della trasmissione radiofonica Fahrenheit), hanno fatto di questo tomo di 824 pagine un vero caso letterario con più di ventimila copie vendute.

Un ulteriore tassello è stato aggiunto lo scorso 3o marzo, quando il libro è diventato ufficialmente candidato al premio Strega, in seguito alla proposta di Alessandro Barbero: il 7 giugno al teatro Romano di Benevento si saprà se Ferrovie del Messico entrerà anche tra i 5 finalisti, conseguendo un risultato storico per l’editoria.

«Sono molto felice di vedere che un romanzo come questo abbia riscosso un tale successo: esportarlo in Francia sarà un’altra sfida» dice Julia Nannicelli, editor per la narrativa di area italiana e mediterranea di Gallimard. «Ferrovie del Messico mi ha impressionata sin dalle prime pagine» continua la francese. «Questo sentimento si è ampliato a mano a mano che andavo avanti, anche per la maestria con la quale è edificata la struttura narrativa, complessa ma nello stesso tempo presentata in modo chiaro al lettore. Con piacere e interesse sono stata rapita da questa storia piena di avventure, ambientata nella realtà storica ma dove sempre sorge l’assurdo. La scelta dell’ironia per trattare il tragico è particolarmente interessante».

Un romanzo lungo e complesso, che segue le vicende tragicomiche ad Asti nel 1944 di Cesco Magetti, incaricato di redigere una mappa delle ferrovie messicane, per conto dei nazisti: un’impresa impossibile che lo porterà a incontrare una serie quasi infinita di personaggi strambi e pittoreschi come la bibliotecaria Tilde, il partigiano Steno, il cartografo samoano Epa e il poeta avanguardista Edmondo Bo. Un’opera fortemente antimilitarista che gioca sull’epica del trascurabile: piccoli fatti e personaggi marginali all’interno della Seconda Guerra Mondiale, che subiscono i mali dell’epoca e i personaggi della grande Storia. Il tutto reso con una lingua e uno stile che mutano forma in continuo, adattandosi alle diverse realtà raccontate, con l’intento di creare un libro-mondo.

«Anche la traduzione» dice Nannicelli «dovrà essere particolarmente curata. Non mi ci è voluto molto per individuare il traduttore ideale per questo libro: ho pensato immediatamente a Christophe Mileschi, che ha tradotto autori italiani come Calvino, Pasolini, Moravia e Meneghello, e ha pubblicato un importante saggio su Carlo Emilio Gadda. Sono felicissima che abbia accettato e ancora più di averlo visto, anche lui, così entusiasta. Mi ha già mandato qualche pagina, forse tra le più difficili: quelle del cruciverba della Settimana enigmistica, che ha trasposto con grande ingegnosità».

Giulio Mozzi, responsabile della collana fremen di Laurana nella quale è pubblicato il libro, racconta: «Il fatto che molti lettori siano stati attratti da un romanzo così anomalo mi sembra buona cosa; e mi conferma l’idea che aver rispetto del lettore significa innanzitutto aver stima per la sua intelligenza. Molti editori evitano come la peste i romanzi cosiddetti difficili: che invece, e Ferrovie del Messico lo dimostra, possono essere apprezzati da un vasto pubblico. L’impegno di Gallimard è una buona notizia: significa che c’è spazio anche nel mercato per la letteratura alta, arrischiata, che innova e sperimenta».

Lorenzo Germano

 

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