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Dalla Palestina ad Alba, poi alla Gmg: «Viviamo a Betlemme, circondata dai muri. e immaginiamo un mondo migliore»

Fares Al Babish e Jeries Lama abitano a Betlemme: una città circondata dai muri israeliani e da checkpoint militari. Passano ad Alba diretti a Lisbona per la Gmg

Dalla Palestina ad Alba, poi alla Gmg: «Viviamo a Betlemme, circondata dai muri. e immaginiamo un mondo migliore»

ALBA Per partecipare alla Giornata mondiale della gioventù, che si terrà a Lisbona dal 1 al 6 agosto 2023, due ragazzi palestinesi di 25 e 26 anni sono arrivati ad Alba negli scorsi giorni. Invitati dal vescovo Marco Brunetti, parteciperanno a una serie di attività sociali e aggregative, di preghiera e riflessione condivisa. Si chiamano Fares Al Babish e Jeries Lama, svolgono la professione di contabili in una banca e in un ospedale. Abitano a Betlemme: una città circondata dai muri israeliani e da checkpoint militari. Riportiamo di seguito una parte dell’intervista realizzata a fine e luglio e che pubblicheremo in forma integrale nel primo numero del giornale cartaceo dopo la chiusura estiva.

Quanto rimarrete in Italia e quali le attività a cui parteciperete?

«Rimarremo 21 giorni, oltre ad Alba andremo a Lisbona per partecipare alla Giornata mondiale della gioventù e poi in Francia a Lourdes e in Spagna. Parteciperemo a momenti di preghiera e attività aggregative. Siamo contenti di essere qua e ringraziamo molto il vescovo di Alba, don Maurizio Penna, Vincenzo Bellomo e tutte le altre persone che hanno reso possibile l’arrivo. Non è stato facile riuscire a realizzare questo viaggio».

Cosa intendete dire?

«Per i palestinesi è difficile viaggiare. Gerusalemme è sotto occupazione israeliana, siamo dovuti andare lì per ottenere i visti. L’iter burocratico non è semplice, bisogna attraversare numerosi checkpoint e controlli militari, l’ottenimento del permesso è tutt’altro che scontato. In Palestina non abbiamo il nostro aeroporto, Israele controlla praticamente tutto e quindi dobbiamo adeguarci. Vorremmo avere il nostro aeroporto, la nostra libertà. Sovente ci sentiamo minacciati e in pericolo. Difficile guardare al futuro con una sensazione di sicurezza».

Avete Mai Pensato Di Lasciare Il Vostro Paese?

«Tra i palestinesi c’è chi sostiene la necessità di emigrare  – perché la vita quotidiana è davvero difficile – e chi invece afferma la necessità di rimanere nel nostro paese per poter cambiare le cose. Noi non vogliamo andarcene. La fede e la speranza di un cambiamento ci accompagnano. Siamo felici di vivere a Betlemme, dove Gesù è nato: per noi si stratta di una grande responsabilità e orgoglio, vogliamo prendere esempio da lui e agire di conseguenza. L’occupazione è difficile, la città è circondata da mura e siamo divisi dai nostri amici e parenti che vivono a Gerusalemme. I muri tagliano le relazioni».

I muri nel mondo in questo periodo storico sembrano moltiplicarsi. Secondo la vostra percezione, in che direzione sta procedendo l’umanità?

«In una direzione non buona. I governi non sembrano ascoltare le persone. L’avvento delle nuove tecnologie sta condizionando molto la vita quotidiana, i social media assorbono molte attenzioni, le nuove generazioni sembrano sovente appiattite su una dimensione di divertimento e intrattenimento – con molto disimpegno rispetto ad alcune tematiche sociali e politiche. Questo accade anche in Palestina, nella nostra città. Sentiamo che questo è un atteggiamento diffuso. Non riguarda tutti, ma la maggioranza. Nonostante tutto, continuiamo il nostro tragitto con fiducia e speranza che le cose possano cambiare».

Roberto Aria

Gmg 2023 a Lisbona

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