Itinerari. Seguendo le tracce del lupo a Entracque

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PARCO ALPI MARITTIME Le vicende millenarie del lupo, tornato di recente a popolare l’arco alpino e la pianura piemontese con le vestigia della grande stagione del boom economico: Entracque è il luogo dove passato recente e prospettive per uno sviluppo futuro all’insegna della sostenibilità si intrecciano.

Costruito su un promontorio al centro del vallone del Gesso della Barra, il centro deve il suo nome all’acqua (come suggerisce il toponimo occitano Aintràigues col quale è noto) e cela una storia millenaria di gruppi umani in movimento, dall’età protostorica, attraverso il Colle delle Finestre e quello del Sabbione, che dal trattato di pace del 1947 segnano il confine con la Francia.

Dopo la lunga stagione dello spopolamento, iniziata già negli anni Venti del Novecento, Entracque, oggi parte del parco delle Alpi marittime, si è affermato quale centro escursionistico e turistico. Fra i molti sentieri che lo attraversano ne abbiamo scelto uno alla portata di tutti: per raggiungerlo occorre lasciare l’auto al bivio per la strada che conduce alla frazione San Giacomo, qualche chilometro a valle dell’abitato. La prima parte dell’itinerario si sviluppa sull’asfalto, in leggera ascesa. Dopo qualche tornante si arriva in vista, in località Casermette, della sede distaccata del centro faunistico Uomini e lupi. Inaugurato nel 2010, il complesso è, assieme al polo museale omonimo che ha sede nel centro storico del Comune, l’esito di un progetto di comunicazione dedicato al ritorno del grande carnivoro e ai suoi rapporti con gli uomini. L’area (visitabile chiamando lo 0171-97.86.16) ospita, in alcuni habitat recintati, sette lupi nati in cattività o che non possono tornare in libertà, dopo incidenti o problemi sanitari. Nelle sale viene narrata anche la storia di Ligabue, il primo esemplare ad aver compiuto la traversata dall’Appennino emiliano alle Marittime: i suoi spostamenti vennero monitorati con un radiocollare, del quale venne dotato dopo un’operazione, a seguito di un investimento.

Seguendo le tracce del lupo a Entracque 1

Oltrepassato il centro, lasciamo la strada asfaltata infilando un sentiero che digrada, a sinistra, fino a condurci al ponte della Burga, opera che alcuni attribuiscono ai Romani. Dal parapetto si gode di una panoramica sul borgo e sui monti che lo circondano, fra boschi di larici e cime rocciose. Attraversato il Gesso ci immergiamo in un sentiero sterrato, fra prati, fiori e qualche bosco: da qui risaliamo verso il paese, arrivando in via Roata. Il nostro percorso si snoda per le vie del centro. Il tempo di un breve ristoro sulla piazza del Municipio e riprendiamo la marcia. Oltrepassiamo il torrente e infiliamo via del Lago, quindi, nel dedalo di vicoli del borgo approdiamo in via del Molino e da qui al centro sci di fondo Gelas, per le ultime tappe del nostro itinerario. Davanti a noi appare la diga della Piastra, parte assieme a quella del Chiotas, del più grande complesso idroelettrico d’Italia.

Iniziata nel 1961, misura 88 metri d’altezza e venne costruita con 375mila metri cubi di cemento armato. Procedendo fra i prati e qualche rado albero ci avviciniamo allo sbarramento percorrendo la strada asfaltata, dalla quale si ha una visuale sulla struttura, ultimata nel 1965 dall’azienda Torno Spa di Milano, la stessa che costruì la diga del Vajont. La strada, superato il canale di scarico prosegue in salita, accostandosi alla muraglia di cemento, fino ad arrivare al centro Enel. Da qui partono le visite alla centrale idroelettrica sotterranea Luigi Einaudi, inaugurata nel 1982, con l’ultimazione del soprastante bacino del Chiotas (si può prenotare allo 0171-17.40.052). Oltrepassata la struttura torniamo sui nostri passi imboccando la provinciale per San Giacomo.

d.g.

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