Itinerari: Via del sale, 120 chilometri fra forti, boschi, rifugi e il mare

120 chilometri fra forti, boschi, rifugi e il mare 1
una parte del tracciato panoramico della Via del sale, che si snoda per le Alpi marittime.

PARCO ALPI MARITTIME Incastonata fra i Comuni del parco del Marguareis, realtà gestita dall’ente parco delle Alpi marittime, l’Alta via del sale ha una lunga storia legata ai percorsi del commercio che mettevano in comunicazione il Mar ligure con la Pianura padana collegando, con passaggi in quota, le Alpi piemontesi e francesi al Mar ligure.

Il sale, prezioso ingrediente per la conservazione degli alimenti, veniva estratto dalle saline del Ponente e trasportato sui muli attraverso la tratta, fino alle valli cuneesi, dove era scambiato con altri prodotti.

Oggi l’asse viario è la meta ideale per chi ama il cicloturismo, grazie alla sua lunghezza e alla varietà dei paesaggi che attraversa: l’itinerario è adatto ai ciclisti di ogni livello, che possono scegliere di percorrere l’intero tratto, per un totale di 120 chilometri, o solo una parte, in base alle proprie preferenze. Uno dei tracciati più suggestivi offerti dalla Via del sale, ai praticanti delle due ruote allenati, è quello che collega Limone Piemonte a Ventimiglia regalando panorami idilliaci fra boschi, rocce e macchia mediterranea: un centinaio i chilometri, con un dislivello di duemila metri, che è consigliato spezzare, distribuendoli almeno su due giorni, magari fermandosi a dormire in un rifugio.

Partendo dal centro di Limone si raggiunge il Colle di Tenda su un tragitto che alterna la strada asfaltata a quella sterrata. Qui inizia un tracciato attraverso i forti del campo trincerato, costruito nell’area di confine tra Francia e Italia, a partire dal 1871, dopo la cessione di Nizza e Savoia. I sentieri si snodano a cavallo del confine, sulla cresta, fra le batterie Giaura, Pernante e Pepino per arrivare al forte Centrale, il più imponente: sono percorribili in bici e a piedi e ci si può fermare per scattare foto e ammirare il panorama, del quale fanno parte anche le opere avanzate Margheria e Taburda. Se si prosegue verso i Colli della Perla e della Boaria la fitta vegetazione che ci accoglie, ospita anche i “gias”, le antiche case dei pastori. Più in alto si trova il Lago di Perla, avvolto dai prati.

120 chilometri fra forti, boschi, rifugi e il mare

È il punto più difficile dell’itinerario, perché si sale oltre i duemila metri, attraverso una strada irregolare. Dal Colle Boaria si arriva in zona francese verso il gruppo del Marguareis dove la vegetazione lascia il posto alle distese di rocce carsiche. Percorrendo diversi saliscendi si passa nella prateria di Colle dei signori, rientrando in territorio italiano all’altezza di quello delle Selle vecchie; il paesaggio cambia ancora una volta attraversando i boschi del parco delle Navette con un veloce tragitto in discesa. Al bivio dell’ex strada militare Monesi-Tenda si svolta a destra per arrivare, dopo un’impegnativa salita, al Col Bertrand (a 1.960 metri). Qui una discesa porta al rifugio Allavena in località Colle Melosa dove si può passare la notte.

Dopo una nottata rigenerante si parte per il mare ripercorrendo la strada militare del giorno prima. Fino alle caserme degli Alpini ci si mantiene a 1.900 metri proseguendo alla volta del rifugio Grai, per scendere verso il Monte Toraggio. Il tragitto è abbastanza impegnativo ma verrà ripagato dalla vista mozzafiato delle Alpi liguri.

Verso Colle del Corvo il percorso ci farebbe tornare in territorio francese, una strada dissestata caratterizzata da molti ostacoli: la si può evitare continuando a scendere lungo il versante italiano verso Sella di Gouta e Margherita dei boschi.

Il percorso prosegue con continui saliscendi che alternano asfalto e sterrato, passaggi in galleria, brevi salite e una lunga discesa finale (circa 20 chilometri) che conduce alla conclusione, Ventimiglia, dove, nelle stagioni calde, ci aspetta un tuffo nelle splendide acque del Mar ligure.

gi.de.

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