Itinerari. Le vie d’acqua dell’antica Pombia

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PARCO DEL TICINO E LAGO MAGGIORE Tra i Comuni più interessanti del Parco del Ticino e Lago Maggiore c’è Varallo Pombia. Il Municipio ha sede nella villa Soranzo, edificio costruito a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento che ospita anche la biblioteca e la pinacoteca Cesare Belossi. In epoca romana, dove ora c’è Pombia, sorgeva l’insediamento di Flavia Plumbia.

Dal punto di vista naturalistico sono numerose le attrazioni. Un ottimo modo per conoscerle è procedere a piedi o in bicicletta, lungo i molti sentieri che ne percorrono il territorio, tutti ben segnalati. Si può partire dalla zona della Paniscera, dove sorge il cosiddetto Campo dei fiori: un terrazzo fluviale affacciato sul Ticino, ricercato punto panoramico, immerso in un fitto bosco di castagni e roverelle. Si trova sulla sommità di una scarpata a picco sul Ticino, il quale, a causa delle millenarie azioni erosive svolte dall’acqua, scorre cento metri più in basso. Sparsi nel sottobosco si possono scorgere ciottoli ammucchiati, gli stessi presenti comunemente lungo i greti fluviali. Sono diverse le ipotesi sulla loro origine: alcune pongono al centro l’azione dell’uomo, che li avrebbe utilizzati per costruire fortificazioni o li avrebbe separati, quale materiale di scarto dalle sabbie durante campagne di cerca dell’oro; altre ipotesi ne spiegano la presenza come residui geologici del periodo successivo alla glaciazione di Würm, datata dagli studiosi a circa diecimila anni fa.

L’acqua, nel Parco del Ticino, crea spettacoli inimitabili, talvolta con l’aiuto umano. È il caso dei due laghetti di Pesorto (il più grande occupa un’area di 3,5 ettari) alimentati da risorgive; i bacini sono profondi circa dodici metri. Qui ci si può fermare per cimentarsi con la pesca facilitata o anche solo godere della quiete che il luogo sa offrire. Da non perdere, poi, la diga di Porto della torre, al confine con la Lombardia, nei pressi della statale che porta a Malpensa. Costruita negli anni Cinquanta per alimentare con le acque il canale Regina Elena, la centrale fu disegnata dall’architetto Giò Ponti. Più antico è il poco distante sbarramento di Pianperduto, edificato nel 1884 in località Maddalena nel territorio di Somma Lombarda, per alimentare il canale Villoresi. Voluto dall’omonima famiglia, la via d’acqua, lunga 86 chilometri, venne progettata per portare risorse idriche alla pianura milanese, che attraversa, per sfociare nell’Adda.

A Pombia si può anche scegliere di visitare il grande parco safari, al contempo centro di ricerca. Accoglie oltre 400 animali di centodieci diverse specie, fra mammiferi, pesci, uccelli e rettili: tre di queste (antilope Addax, asino somalo e cobra reale) sono in via di estinzione. Una vasta area di 45 ettari in cui il divertimento sarà garantito, anche per i più piccoli, grazie alle giostre che si trovano nel Luna park interno.

Arona, il Sancarlone

Procedendo verso Sud, lungo la sponda piemontese del Lago Maggiore, uno dei passaggi obbligati è l’abitato di Stresa; il Comune si trova ancora in Provincia di Novara. Il monumento più famoso della città è il Colosso di san Carlo Borromeo, comunemente chiamato “Sancarlone”. La statua sorge su un piccolo poggio, a poca distanza dal centro, ed è l’ideale per un momento di relax e contemplazione paesaggistica.

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Il monumento di rame è dedicato all’arcivescovo di Milano, che nacque proprio ad Arona nel 1538, e morì nel capoluogo lombardo nel 1584. Misura 35 metri (poco più di 23,40 per la parte in rame e poco meno di 12 il basamento) e fu eretto nell’arco di sessant’anni, fra il 1624 e il 1698 sul locale Sacro monte, su disegno dell’architetto Giovanni Battista Crespi. Chi non soffre di vertigini potrà arrivare fino in cima, percorrendo una scala a chiocciola e una a pioli.

Attorno ci sono tre cappelle superstiti del Sacro monte. La chiesa, dedicata a san Carlo ed edificata nel XVII secolo costituisce, con la sua cupola in stile barocchetto, un’ulteriore attrazione.

Davide Barile

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