Itinerari. A Macugnaga sulle tracce della cultura dei walser

A Macugnaga sulle tracce della cultura dei walser
Il Monte Rosa

SPECIALE ITINERARI Il Monte Rosa è ben visibile dalle colline che attorniano Alba: il massiccio ha una sagoma inconfondibile anche da lontano. A distinguerlo è la mole, che culmina nei 4.634 metri di punta Dufour, sul podio delle vette più alte d’Europa.

Ai piedi della parete Est sorge Macugnaga, in provincia di Verbania. Il borgo si può raggiungere tramite la strada statale 549. Dall’architettura tipicamente alpina, è un centro di insediamento storico dei walser, genti germanofone provenienti dal canton Vallese, stanziatesi tra Piemonte e Valle d’Aosta, circa ottocento anni fa. In località Borca esiste, dal 1982, un interessante museo sulla loro cultura, le storie e le tradizioni. Sono esposte stampe e fotografie, attrezzi usati per i mestieri di un tempo, documenti delle società minerarie.

Nel territorio del paese, dal 1969, c’è l’Area faunistica di Macugnaga. Fu istituita per ripopolare le Valli Anzasca e Antrona con lo stambecco: ora gli esemplari, solo nel centro alpino, sono circa centoventi. Si tratta di animali che non disdegnano l’uomo ed è possibile incontrarli camminando nei pressi di punti ripidi e rocciosi.

Altra attrazione di Macugnaga è il ghiacciaio del Belvedere. Per ammirare da vicino questa meraviglia della natura si può salire sulla seggiovia, usata in inverno per la pratica sciistica: l’impianto, dai 1.327 metri della borgata Pecetto raggiunge l’Alpe Burki a 1.581 e, con il secondo troncone, arriva fino a 1.932 metri. C’è anche la possibilità di raggiungerlo a piedi, percorrendo il sentiero Ib27. Una raccomandazione da fissare bene in mente: per limitare al massimo i rischi non bisogna uscire dal tracciato, peraltro ben indicato con segnavia e paline. E, banale ma utile ribadirlo, usare abbigliamento e attrezzatura adeguata. La lunghezza è di cinque chilometri e il tempo di percorrenza stimato è poco più di due ore. Da Pecetto, nel primo tratto si sale sulle scalinate costruite dai pastori per arrivare all’Alpe Roffelstaffel. Dopo essere passati attraverso un nevaio, si attraversa il ghiacciaio, guadagnando poi la cima del Belvedere.

Nei dintorni, in mezzo a un immenso prato verde, sorge il rifugio Zamboni Zappa. Con la funivia si può arrivare ai 2.796 metri del rifugio Oberto Maroli, poco sotto il passo del Monte Moro, al confine con la Svizzera.
Davide Barile

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