Canelli, Bruna Bianco porta Ungaretti inedito lungo la Sternìa

I due si sono conosciuti nel 1996 in Brasile: ne è nata una relazione sentimentale testimoniata dall'epistolario Lettere a Bruna

Canelli, Bruna Bianco porta un Ungaretti inedito lungo la Sternìa
Giuseppe Ungaretti e Bruna Bianco © Moisio

CANELLI La Via degli innamorati è il percorso che dall’enoteca regionale sale lungo la Sternìa, per giungere alla terrazza belvedere Unesco. Il nome nasce da una visita dell’illustratore francese Raymond Peynet, creatore dei celebri “fidanzatini”. Lungo questo percorso si trovano installazioni artistiche ispirate alla tematica dell’amore in tutte le sue sfumature (sono presenti opere di Massimo Berruti, Antonio Catalano, Giancarlo Ferraris, Alfredo Roggero Fossati, Manuela Incorvaia, Enrica Maravalle, Gabriella Rosso, Vittorio Zitti).

Canelli, Bruna Bianco porta un Ungaretti inedito lungo la Sternìa 1Quest’anno si arricchirà con uno dei più grandi poeti della letteratura del XX secolo: Giuseppe Ungaretti. Nel 1966, quando Giuseppe Ungaretti incontra in Brasile, durante un ciclo di conferenze, Bruna Bianco, nata a Cossano Belbo e originaria della città spumantiera. Dall’incontro nasce una relazione sentimentale, sostenuta da intensi scambi epistolari che continueranno fino alla morte del poeta e ancora oggi vivi e vibranti.

Grazie all’appassionata richiesta di Bruna, splendida ottantreene, il Comune di Canelli, l’associazione Memoria viva, il Club per l’Unesco di Canelli e la biblioteca civica Gigi Monticone hanno dato vita all’evento “Bruna porta Ungaretti inedito a Canelli, che si terrà sabato 23 e domenica 24 settembre, all’interno di Canelli città del vino. Tutti gli eventi hanno il patrocinio dell’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e sono a ingresso libero.

Il programma:

  • 23 settembre, alle 16: inaugurazione della mostra Ricordi d’amore del poeta Giuseppe Ungaretti presso il salone teche di Villa Ungà (via Villanuova 87) dove saranno esposte fotografie, lettere scritte da Ungaretti a Bruna, libri rarissimi che contengono anche testi manoscritti di Ungaretti con pensieri e dediche
  • 23 settembre, alle 18, chiesa di San Leonardo in piazza San Leonardo: presentazione ufficiale del progetto e proiezione in anteprima del lungometraggio Ho inghiottito Ungà, con la regia di Riccardo Banfi e la presenza di Bruna Bianco, Roberto Herlitzka, Letizia Bosi, Anna Maria Bianco Giannetti e Laura Bianco.
  • 24 settembre, alle 10, Villa Ungà  (via Villanuova 87): inaugurazione lungo la Via degli Innamorati opera Ungà realizzata dall’artista Giancarlo Ferraris
  • 24 settembre, 10.30-12: visite alla mostra Ricordi d’amore del poeta Giuseppe Ungaretti presso il salone teche di Villa Ungà (via Villanuova 87)

Inseguendo le tracce del poeta nella città spumantiera

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Villa Ungà a Canelli © Germano

Riproponiamo l’articolo uscito durante lo speciale Itinerari dello scorso 11 luglio, in cui si raccontava la storia d’amore tra Giuseppe Ungaretti e Bruna Bianco e le loro visite in città.

ITINERARI Passando per la Stërnia, la via acciottolata che conduce al castello Gancia lungo il borgo Villanuova, può capitare di imbattersi in una villetta bianca che guarda la città di Canelli dall’alto. L’osservatore più curioso potrebbe leggere la scritta Villa Ungà, accanto al numero civico, e chiedersi il motivo di quel titolo, magari ricordandosi che era il soprannome di Giuseppe Ungaretti morto nel 1970.

Canelli, Bruna Bianco porta un Ungaretti inedito lungo la Sternìa 3È da qui che parte il nostro itinerario seguendo l’ultimo amore del poeta con la giovane Bruna Bianco, oggi splendida ottantreenne che ha dedicato la casa acquistata a Canelli alla sua memoria e dove a settembre terrà una mostra con oggetti personali e libri rari dello scrittore.

Tutto iniziò nel 1966 a San Paolo, dove l’allora studentessa viveva (dato che il padre dirigeva la filiale brasiliana della ditta vinicola Bosca), come racconta lei stessa: «Avevo scritto qualche poesia dopo esser stata scartata da un ragazzo, venendo a sapere che in città veniva un poeta italiano avevo messo cinque testi orribili in un sacchetto e mi recai all’albergo dove alloggiava. Ungaretti mi fece parlare e mi ubriacò di parole, accompagnandomi all’uscita, mi avvinse alla vita e sentii una scossa di piacere: in quel momento il ragazzo che mi aveva rifiutato era già dimenticato».

Da quel momento i due si videro durante tutti i restanti giorni della visita e nacque una relazione che tramutò in amore, ma che fu anche una formazione culturale per la ragazza, come testimoniano le quattrocento lettere confluite nel volume Lettere a Bruna, pubblicato nel 2017 da Mondadori.

Nei tre anni insieme, il poeta ha sempre «cercato di trasmettermi la gioia di vivere, insegnandomi l’importanza della famiglia e dell’amore, che lo tolse dal seccume della vecchiaia», quello che ora Bruna vuole trasmettere con iniziative a Villa Ungà. Nel 1968 il poeta volle conoscerne i luoghi originari, soggiornando a Canelli a più riprese, dove fu accolto con entusiasmo dai genitori e dai fratelli della fidanzata: «Mia cugina Gabriella Conti Bianco aspettava un figlio e così Ungà lo volle adottare come figlioccio: siamo venuti a marzo, appena saputa la novella, e a settembre quando nacque Andrea Conti».

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Ungà e Bruna con Gabriella Bianco, in attesa del piccolo Andrea © Moisio

Tra i luoghi visitati c’è palazzo Anfossi in via Roma, sede del Comune astigiano fin da inizio Novecento e raggiungibile in cinque minuti scendendo dalla Stërnia: qui fu ricevuto dall’Amministrazione e dai notabili (anche in virtù della celebrità televisiva di cui godeva all’epoca).

Proseguendo verso via Giuliani, dove è presente l’Enoteca regionale, si trovano alcune delle cattedrali sotterranee ancora visitabili, le cantine scavate nel tufo delle colline tra il XVI ed il XIX secolo (vedi pag. 32). L’autore del Porto sepolto apprezzò molto il vino piemontese durante i soggiorni canellesi, come ricorda Bruna: «Abbiamo visitato lo stabilimento di Riccadonna, dove ci offrirono la loro specialità, lo spumante President: eravamo assediati dai giornalisti».

Il poeta ebbe tempo anche di apprezzare il tartufo bianco ad Alba con l’artista Corrado Cagli, che lo portò poi all’arazzeria Scassa di Asti; e a Bossolasco inaugurò invece il Colle della Resistenza.

Lorenzo Germano 

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