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Mango, un Sacco di ottime nocciole

Si parla della famiglia Sacco, la cui fortuna iniziò con Luigi, ora ci sono il figlio Piercarlo, la moglie Elena, la figlia Alessia e il genero Denis

Mango, un Sacco di ottime nocciole

L’IMPRESA Questa è una buona storia della Langa agricola, che ripercorre l’arco temporale dal Dopoguerra a oggi di una famiglia. Si passa dalla produzione tradizionale a quella imprenditoriale odierna. L’origine è in un paese dal toponimo esotico, Mango: qua però, di color oro, ci sono soltanto i grappoli di Moscato prima della vendemmia. Si parla della famiglia Sacco, la cui fortuna iniziò con il fondatore, Luigi. A condurre l’azienda è ora il figlio Piercarlo, con la moglie Elena, la figlia Alessia e il genero Denis. Pur coltivando sette ettari di vigneto, i Sacco puntano sui dieci ettari di noccioleti.

Mango, un Sacco di ottime nocciole 1A raccontare la storia è Alessia, classe 1997: «Ho frequentato i primi tre anni al Cillario di Alba, poi ho iniziato a lavorare. Dal 2017 sono a tempo pieno nell’azienda. Se mio nonno coltivava campi di mais, erba medica e vigneti, allevando qualche capo di bestiame, fin dal 1958 convertì tutto in corileti e vigne. Il papà ha iniziato nel 2009 a trasformare le nocciole. All’inizio piccole quantità, via via maggiori fino ad arrivare alla completa autonomia, liberi da intermediari».

A dare il proprio contributo c’è anche la sorella Luisa, grafica. «Quando mi ha detto che l’avrebbero assunta, ho pensato subito a due braccia che venivano a mancare», scherza Alessia: «Per fortuna il mio fidanzato, originario di Torino, ha voluto seguirmi». Fino al 2016 «abbiamo prodotto nocciole tostate, farine e granella. Con la realizzazione del nuovo capannone abbiamo iniziato a proporre dolci da forno, biscotti, torte e creme spalmabili in quattro varianti. La specialista è da sempre la mamma: da piccole, io e mia sorella, non vedevamo l’ora di assaggiare tutte le sue specialità. Adesso stiamo studiando qualcosa di nuovo, strettamente legato alle festività di fine anno».

Per promuovere l’azienda dal punto di vista turistico, a pochi passi dalla cascina, abitazione e sede dell’azienda, i Sacco hanno installato due sedie giganti. «Le abbiamo acquistate grezze da un falegname di Santo Stefano Belbo e, con i consigli di mia sorella, le abbiamo dipinte di giallo acceso e celeste pastello, colori che ben si adattano al paesaggio. Ora siamo pronti ad accogliere i turisti a braccia aperte, ben lieti di proporre loro le nostre degustazioni. È un tentativo per fare uscire i visitatori dai soliti itinerari, legati alla Langa del Barolo. Mio padre, da anni, pensava di installare una nocciola di grandi dimensioni; purtroppo, non è più possibile perché la Sebaste ci ha preceduti».

Comunque, guardando in positivo al brand, nessuno potrà portare via il vantaggio del nome: quanti possono promettere «un Sacco di nocciole» senza risultare banali? E il posto è davvero «un Sacco bello», tanto per riprendere il celebre film di Verdone.

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Davide Barile

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