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Invocato da Coldiretti l’esercito scende in campo contro i cinghiali

Cinghiali - foto di repertorio
Foto di repertorio

ANIMALI SELVATICI Accolta la proposta Coldiretti di far scendere in campo l’esercito per fermare l’invasione dei 2,3 milioni di cinghiali presenti in Italia che causano incidenti, provocano danni alle coltivazioni e diffondono malattie. Lo rende noto l’associazione a seguito del vertice con il Governo al quale hanno partecipato il ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, il ministro della difesa, Guido Crosetto, e il commissario straordinario per l’emergenza Psa, Vincenzo Caputo.

«Un’azione che abbiamo chiesto da tempo, insieme ai ristori adeguati per i danni provocati dai cinghiali. L’eccessiva presenza degli animali selvatici è una vera e propria emergenza nazionale che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate. Sollecitiamo il depopolamento con tutte le azioni possibili in Piemonte da diverso tempo», dichiara il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.

Durante un primo incontro organizzato con la Consulta suinicola regionale di Coldiretti, con il governatore Alberto Cirio e il commissario straordinario Vincenzo Caputo, Coldiretti ha ribadito «Meno cinghiali più agricoltura perché alle imprese agricole serve poter lavorare e riprendere, in condizioni di sicurezza e basso rischio, l’attività di allevamento e macellazione dei suini nelle aree soggette a restrizione».

«Ridurre numericamente i cinghiali – evidenzia il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu – significa anche rallentare la diffusione della Peste suina africana, azione fondamentale in un territorio come il nostro dove è a rischio l’intero comparto».

La filiera suinicola cuneese – ricorda la Coldiretti – conta 800 aziende e quasi 900mila capi destinati soprattutto ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale, come prosciutto di Parma e San Daniele.

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