L’arte sottile del correggere e dell’accettare il fratello

PENSIERO PER DOMENICA – XXIII TEMPO ORDINARIO – 10 SETTEMBRE

Al centro delle letture della XXIII domenica c’è la comunità con le sue dinamiche. Si tratta di testi molto concreti, realistici e provocatori. Tutti sappiamo che è bello e appassionante stare insieme quando tutto va bene, quando tutti rispettano le regole della convivenza. Tutto diventa tremendamente più complicato quando qualcuno le regole non le rispetta e si fa gli affari propri.

L’arte sottile del correggere e dell’accettare il fratello
Gesù predica la fratellanza, miniatura del XV secolo da Les heures de Rohan, Parigi Biblioteca nazionale.

Qualcuno deve assumersi la responsabilità di intervenire per correggere chi sbaglia. È il monito sia di Ezechiele (33,1-9), profeta tra i deportati a Babilonia, sia di Gesù, negli insegnamenti alla comunità (Matteo 18). Dai due testi emerge che correggere chi sbaglia – operazione indicata come “correzione fraterna”! – è un dovere, uno dei fondamenti di una comunità. Lo tocchiamo con mano in questi mesi, segnati da una serie impressionante di episodi di cronaca nera: omicidi, femminicidi, stupri di gruppo. Nessuno, specie se giovane, arriva di colpo a commettere simili efferatezze. Questi delitti segnalano un deficit di educazione, ma anche la mancata correzione di errori e sbagli, quando si poteva ancora intervenire con efficacia.

Correggere chi sbaglia è il vertice della carità. È bellissima l’associazione tra i testi citati e il brano della lettera di Paolo ai Romani (13,8-10). Se è vero che pienezza della Legge è la carità, uno dei vertici della carità è correggere chi sbaglia: operazione più difficile che dare una mano a chi ha bisogno. Chi ha esperienza di insegnamento – in tutti i campi – sa benissimo che correggere errori o impostazioni sbagliate è più difficile che insegnare a eseguire correttamente certe operazioni. Proprio per questo nel Vangelo vengono definite procedure diverse e successive: non basta dire, una volta, alla persona che sta sbagliando! E la correzione non ha un successo garantito!

Come fare con chi non accetta la correzione? Nel Vangelo c’è un’indicazione inquietante: «Se non ascolta… sia per te come il pagano e il pubblicano». Storicamente questo ha giustificato le scomuniche. In realtà, Gesù non ha mai tagliato i ponti con pagani e pubblicani: andava a casa loro e vi mangiava! Ecco la sfida più ardua: accettare la diversità senza rompere la relazione. Ovviamente c’è sbaglio e sbaglio: una cosa è quando una persona non condivide le scelte di fede o la filosofia di vita della comunità, altra cosa quando una persona è pericolosa per la collettività e i più deboli: chi è diverso va accettato; chi non accetta le regole della convivenza, va messo in condizione di non nuocere.

Lidia e Battista Galvagno

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