Agenti aggrediti nel carcere di Alba. Il sindacato: «Istituto non adatto a ospitare internati con problemi psichici»

Carcere di Alba: si vuole riaprirlo

ALBA Tre agenti della Polizia penitenziaria che lavorano nel carcere di Alba sono dovuti ricorrere a cure mediche, dopo essere stati accompagnati all’ospedale di Verduno, a causa dell’aggressione di un detenuto.

I fatti sono riassunti in una nota del sindacato Fns Cisl: «Lunedì 11 dicembre un internato di nazionalità marocchina ha messo fuori uso l’impianto elettrico strappando i fili elettrici e causando l’interruzione della corrente per l’intera giornata. Il giorno dopo si è scagliato ferocemente contro il preposto alla sorveglianza, colpendolo violentemente al viso e al corpo per futili motivi, causandogli diversi ematomi al viso. In seguito ha anche aggredito altri due agenti che erano intervenuti per tentare di contenerlo».

Il sovrintendente è stato dimesso con 30 giorni di prognosi e un invito a sottoporsi a ulteriori accertamenti. Per i due agenti la prognosi è di sette e cinque giorni rispettivamente.

Il segretario generale aggiunto della Fns Cisl Vincenzo Ricchiuti aggiunge: «Purtroppo all’istituto Montalto di Alba non è la prima volta che accadono tali gravi episodi. Ancora una volta a farne le spese è la Polizia penitenziaria che deve sempre sopperire alle diverse mancanze di servizi, soprattutto quelli medici e specialistici»

Ricchiuti conclude: «Chiediamo che la sede di Alba o sia rinforzata seriamente con nuovi agenti oppure si cambi la tipologia di istituto, perché non è adatto ad ospitare internati, specialmente quelli con problemi psichici».

Il sindacato Osapp fa sapere che lo stesso detenuto si era già reso responsabile di danni ingenti il giorno precedente e anche sabato scorso. «I detenuti con problemi psichiatrici non devono stare in carcere, perché la Polizia penitenziaria non ha le competenze necessarie», affermano i rappresentanti di Osapp, tornando a denunciare lo stillicidio di «aggressioni e invettive» e «la penuria di organico dell’istituto penitenziario abbandonato a se stesso».

«Colpa della scelleratezza di alcuni internati, che si sono resi protagonisti di altrettante vili e proditorie aggressioni», riferisce Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sindacato autonomo polizia penitenziaria. «A questo episodio si aggiunge quello di lunedì mattina quando un altro internato ha aggredito un altro agente di sezione, poi refertato con prognosi di quattro giorni. In entrambe le occasioni è intervenuto anche il neodirettore e il comandante di reparto di rientro dalla sede di missione».

«Sono stati momenti di grande tensione», denuncia il sindacalista del Sappe, che esprime solidarietà ai colleghi feriti e rimarca come «nel carcere di Alba vi sono 33 internati sottoposti a misura di sicurezza detentiva per pericolosità sociale e il presidio sanitario è operativo dalle 8 alle 20, lasciando la gestione sanitaria serale e notturna al medico di guardia (non sempre presente).  Si aggiunga che lo specialista psichiatrico c’è una volta a settimana o su richiesta specifica, tant’è che sovente occorre attivare procedure di urgenza in ospedale per le valutazioni urgenti», conclude.

«La situazione penitenziaria è sempre più critica»,  dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, che ribadisce: «Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose. Servono, e il Sappe lo rivendica da tempo, urgenti provvedimenti per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola taser».

Banner Gazzetta d'Alba