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Il mondo del vino dona a papa Francesco un Barolo del 1936

Giornata delle comunicazioni, papa Francesco sprona i giornalisti ad andare incontro alle persone

ROMA Sono entrambi del 1936, anno di nascita di papa Francesco, i vini donati al Santo Padre il 22 gennaio dal mondo dell’enologia. Un Barolo proveniente dalla cantina dove nell’Ottocento è nato (Marchesi del Barolo) e un Marsala, il primo vino italiano ad avere una risonanza mondiale. Un dono che unisce simbolicamente l’Italia da Nord a Sud, pensato dalla comunità del settore che, tra imprenditori, istituzioni e comunicatori, il Pontefice ha ricevuto in udienza privata nel Palazzo Apostolico Vaticano, nella giornata promossa dalla Diocesi di Verona e da Veronafiere-Vinitaly a Roma.

«Una realtà significativa», ha sottolineato Papa Francesco, «per numero di aziende coinvolte, qualità di produzione e impatto occupazionale, sia sulla scena vinicola italiana che internazionale». A tutti, il Pontefice ha ricordato come «il vino, la terra, l’abilità agricola e l’attività imprenditoriale sono doni di Dio, ma non dimentichiamo che il Creatore li ha affidati a noi, alla nostra sensibilità e alla nostra onestà, perché ne facciamo, come dice la Scrittura, una vera fonte di gioia per “il cuore dell’uomo».

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