I ragazzi del liceo Cocito recuperano, divertendosi

Per il secondo anno, la scorsa settimana, il liceo scientifico Cocito ha scelto di proporre in modo alternativo la Settimana dei recuperi

I ragazzi del liceo Cocito recuperano, divertendosi
© Severino Marcato

ALBA Per il secondo anno, la scorsa settimana, il liceo scientifico Cocito ha scelto di proporre in modo alternativo la Settimana dei recuperi, un modo per rimettersi in pari con le materie.

Spiega la dirigente Anna Viarengo: «Per gli studenti che non hanno materie da recuperare, il rischio è di passare sette giorni in aula in attesa della ripresa normale delle lezioni». Così, al Cocito è stato sperimentato un nuovo format: «In parallelo ai recuperi, abbiamo pensato di coinvolgere tutti i ragazzi con un calendario di lezioni alternativo: ogni docente ha elaborato le proprie proposte, cercando argomenti o esperienze interessanti, che di solito non si ha modo di approfondire durante l’anno scolastico».

Ogni studente può iscriversi tramite un’applicazione on-line ai corsi che preferisce. La proposta è stata estesa a tutte le classi, tranne che ai ragazzi dell’ultimo anno, «che devono concentrarsi sulla preparazione per la maturità», precisa la preside.

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Si è andati dall’incontro con alcune associazioni benefiche nell’ambito dei percorsi di educazione civica – con i volontari della Caritas o del progetto Mato Grosso – alla lettura dei giornali e al laboratorio di scrittura, a partire dall’ascolto dei notiziari, per approcciarsi all’italiano in modo meno convenzionale; da esperienze in laboratorio, come la chimica della pasticceria, ad alcune esperienze analitiche sul vino, ad approfondimenti storici, come la questione israeliano-palestinese; da un vero e proprio laboratorio filosofico allo sport, con lo yoga, il tennis e la pallamano.

Conclude la dirigente Viarengo: «Ogni corso ha avuto una durata di due ore, spostandosi nelle diverse aule o nei laboratori. Dal momento che ogni gruppo è composto da studenti di classi diverse, è un’occasione anche per socializzare. Dal riscontro che abbiamo ricevuto fin dallo scorso anno, l’esperienza è stata apprezzata. Per il benessere degli studenti, è importante metterli nelle condizioni di ripartire dal meglio: una settimana di distensione, di rottura rispetto al resto, è un buon inizio».

Francesca Pinaffo

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