Il nido dell’ospedale di Verduno è tutto nuovo grazie al progetto sostenuto dalle fondazioni Alba-Bra e Compagnia di San Paolo

Il nido dell'ospedale di Verduno è tutto nuovo grazie al progetto sostenuto dalle fondazioni Alba-Bra e Compagnia di San Paolo

VERDUNO La ristrutturazione dell’area materno-infantile dell’ospedale Ferrero, che si trova al settimo piano, è stata possibile grazie alla sinergia tra l’Asl Cn2 e la fondazione Ospedale Alba-Bra  che ha partecipato al bando Hospeedal della fondazione Compagnia di San Paolo.

Il concetto di partenza del bando è quello di poter sostenere e accelerare il processo di rinnovamento della sanità pubblica, proprio grazie al sostegno di realtà private che operano già nel settore e che rappresentano risorse preziose, basti pensare alle fondazioni.

In particolare, per questa prima sperimentazione lanciata nel 2021, il bando ha riguardato reparti inerenti alla salute delle donne e dei bambini. Dopo una valutazione delle proposte, sono stati selezionati quattro  interventi da sostenere, tra cui il progetto Near to care, presentato dalla fondazione Ospedale Alba-Bra per l’innovazione funzionale del nido del Ferrero e per altri interventi inerenti all’area materno-infantile.

Il nuovo nido è stato inaugurato nella giornata di ieri, lunedì 29 gennaio, alla presenza delle autorità e di tutti i partner dell’iniziativa. Durante l’inaugurazione, ha spiegato Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo: «La nostra fondazione ha come obiettivo creare benessere: cerchiamo sempre modelli innovativi da replicare, nell’ottica di una complementarietà tra pubblico e privato. In questo caso, dal momento che parliamo di un miglioramento rivolto ai bambini e alle loro famiglie, il completamento di quest’operazione ci rende ancora più orgogliosi. I cittadini hanno diritto a una sanità efficiente, a misura di persona, con un processo di rinnovamento realizzabile in tempi migliori: oggi è fondamentale questo tipo di rispetto».

Il modello proposto dal bando è di per sé innovativo: l’azienda sanitaria coinvolta concede all’ente del terzo settore la superficie del reparto da ristrutturare per un periodo prestabilito, cioè per il tempo necessario per la durata dei lavori, al termine dei quali gli spazi verranno restituiti alla stessa azienda, del tutto rinnovati e funzionali. In questo modo, grazie all’intervento dei privati, si punta ad accelerare i tempi tipici del pubblico. 255mila euro è l’ammontare del finanziamento ricevuto dalla fondazione Alba-Bra, che ha permesso di completare una serie di interventi, dalla riorganizzazione del nido del Ferrero a progetti di telemedicina.

Ha proseguito Luciano Scalise, direttore della fondazione albese, presente insieme al presidente Bruno Ceretto: «I lavori si sono svolti a tempi record, terminando con circa un mese di anticipo rispetto a quanto previsto dal bando. Come fondazione, siamo anche intervenuti nel reparto con un progetto di umanizzazione, per rendere lo spazio sempre più a misura dei bambini e delle loro famiglie. Nel complesso, è stata un’esperienza molto positiva, che dimostra come la collaborazione tra pubblico e privato possa migliorare la sanità e il servizio offerto ai pazienti».

Il nuovo nido, con le pareti colorate e grandi vetrate, è diverso da quanto ci si possa aspettare. Non ci sono più camerate con tante culle, com’era in passato, dal momento che oggi è diffusa la pratica del rooming-in, cioè la possibilità per la mamma e per il neonato di trascorrere il periodo post-parto in ospedale nella stessa stanza. Nel nido rinnovato, ci sono così ambienti per i prematuri, che necessitano di assistenza medica specifica e stanze camere singole a pressione negativa per i piccoli che necessitano di isolamento.

A entrare nel dettaglio della rifunzionalizzazione è stato Alessandro Vigo, direttore del blocco materno-infantile: «Questo nido era la parte dissonante del nostro reparto, perché non era più al passo con i tempi. Sono stati così progettati spazi idonei alle nuove esigenze, all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e della prevenzione nella diffusione dei virus. Abbiamo anche dedicato una camera alla telemedicina, perché è una delle richieste del territorio. Abbiamo mappato i bisogni delle neomamme: dal momento che alcune vivono in piccoli comuni non vicini a Verduno, basti pensare all’Alta Langa, ci serviva un modo per garantire un monitoraggio più agevole. La telemedicina, da questo punto di vista, si è rivelata la soluzione ideale».

Per Massimo Veglio, direttore dell’Asl Cn2, «si tratta di un importante salto di qualità per la neonatologia, che necessitava di questi interventi, per adeguare il progetto dell’ospedale alle esigenze di oggi». Presenti anche Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, e Luigi Icardi, assessore alla sanità, che hanno ringraziato le due fondazioni per il loro operato.

Francesca Pinaffo

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