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Crisi idrica. Coldiretti: «I piccoli invasi devono essere una priorità»

Meteo: piogge alluvionali su Liguria di Ponente e valle Tanaro, poi migliora

ASTI Dove non hanno provocato danni, le piogge abbondanti degli ultimi giorni sono state un toccasana per l’agricoltura, che potrà contare su una stagione più proficua e su fiumi e laghi rimpinguati, almeno fino all’estate, grazie anche alle copiose nevicate in alta quota.

Tutto ciò, però, non basta. A intervenire sull’argomento è Coldiretti, che ha elaborato con Anbi (Associazione nazionale bonifiche irrigazioni) il progetto laghetti, per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio e utili a conservare l’acqua e distribuirla, al bisogno, ai cittadini, all’agricoltura e all’industria.

Il direttore di Coldiretti Asti Diego Furia ha sottolineato: «Malgrado le abbondanti precipitazioni, in Italia si recupera solo l’11% dei 300 miliardi di litri di acqua che, ogni anno, cadono lungo l’intera penisola: si tratta di uno spreco inaccettabile per un territorio a forte rischio desertificazione e con cronica carenza di acqua, in alcune aree anche per i cittadini. In Piemonte, le precipitazioni degli ultimi giorni non sono di certo risolutive di una crisi idrica che va avanti ormai da anni. Stoccare all’interno di invasi l’eccesso di acqua che si è riversata avrebbe dovuto essere una priorità da programmare in anticipo».

La presidente di Coldiretti Asti Monica Monticone ha commentato: «Siamo di fronte a una tendenza alla tropicalizzazione, con una frequenza più elevata di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal caldo al maltempo. Questo non giova, purtroppo, a un territorio reso già fragile dal consumo di suolo, in termini di cementificazione, e dal dissesto idrogeologico. Se da un lato, le piogge rappresentano un toccasana per l’agricoltura, dall’altro le modalità con cui si manifestano gli eventi atmosferici preoccupano sempre più per il loro forte impatto».

Monticone e Furia hanno concluso: «Riteniamo improrogabile, quindi, la realizzazione di una rete diffusa, a basso impatto ambientale, di infrastrutture multifunzionali di trattenuta e accumulo dell’acqua: solo così riusciremo ad assicurare stabilmente le riserve idriche, sempre più preziose, garantendo al contempo una migliore gestione del territorio, in termini di prevenzione dai danni alluvionali. Ribadiamo, inoltre, che è fondamentale definire un coordinamento tra gli enti preposti alla gestione dell’acqua. Indispensabile, infine, il ricorso a fondi strutturali, a partire da quelli stanziati nell’ambito dello Sviluppo rurale».

Manuela Zoccola

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