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Italians celebri nelle immagini del fotografo Guido Harari

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Guido Harari

ALBA “Harari/Italians. Grandi protagonisti tra Novecento e Duemila” è la mostra del fotografo Guido Harari alla fondazione Ferrero, in strada di Mezzo 44, dal 5 aprile al 26 maggio. Visitabile il giovedì e il venerdì dalle 15 alle 19, il fine settimana e i festivi dalle 10 alle 19, sarà anticipata dall’inaugurazione, giovedì 4 aprile alle 18: insieme ad Harari sarà presente il giornalista Beppe Severgnini. All’incontro si potrà assistere pure sul sito www.fondazioneferrero.it.

Harari, nato al Cairo nel 1952, ha iniziato giovanissimo come giornalista musicale. Con la fotocamera ha ritratto grandi celebrità della musica. Immagini da lui prodotte sono state usate pure per copertine dei dischi di Kate Bush, David Crosby, Bob Dylan, B.B. King, Ute Lemper, Paul McCartney, Michael Nyman, Lou Reed, Simple Minds e Frank Zappa.

Dopo aver vissuto per lungo tempo a Milano, nel 2011 ha fondato ad Alba, in via Gastaldi 4, la galleria Wall of sound. «A inizio anni Duemila dissi basta alle corse in autostrada per incontrare l’artista da ritrarre in cinque minuti. Da tempo volevo allontanarmi da Milano e ad Alba ho trovato il mio ambiente», ha raccontato in merito al suo trasferimento.

Rita Levi Montalcini ritratta da Guido Harari

Lo scorso anno Harari ha festeggiato i cinquant’anni di carriera. Per l’occasione ha pubblicato per Rizzoli il volume Remain in light, raccolta di immagini dei personaggi del mondo musicale e non, incontrate nel corso degli anni.

«”Italians” nasce da una proposta arrivata dalla fondazione Ferrero sull’onda di interesse generata dalla mia mostra antologica “Incontri”. Inaugurata alla Mole di Ancona nel 2022 con il nome di “Remain in light”, è transitata a Ferrara, al palazzo dei Diamanti, e a Milano, alla Fabbrica del vapore», spiega Harari.

Nell’esposizione albese, «sarà proposta per la prima volta una sintesi del progetto “Italians”, nato trent’anni fa in coincidenza con l’omonima trasmissione televisiva ideata da Beppe Severgnini. Insieme pensammo subito di poter ricavare una visione trasversale delle eccellenze italiane di ogni campo. Beppe, stretto tra mille impegni, mi incoraggiò a proseguire e sviluppare il progetto in autonomia. Così, nel giro di quattro o cinque anni, realizzai circa 150 ritratti, senza però arrivare a esporre le foto. Continuo tutt’ora a portare avanti l’iniziativa, con un’attenzione speciale per i più giovani, le scommesse del futuro. In mostra ci sarà pure il ritratto di Bebe Vio, l’ultimo in ordine di tempo, scattato a Roma un paio di mesi fa».

Nello spazio della fondazione Ferrero, «non ci saranno sezioni ma un unico flusso di fotografie in un’installazione molto particolare ideata dall’architetto Danilo Manassero. Oltre a grandi pannelli sospesi, prevede una proiezione di altre immagini. In una saletta attigua all’installazione, poi, sarà visibile, su un monitor, il recente documentario Guido Harari. Sguardi randagi del regista Daniele Cini, prodotto da Tekla film per Rai documentari».

Il pubblico, tra i molti volti, potrà apprezzare quello di Luciano Pavarotti, Rita Levi Montalcini, Ennio Morricone, Margherita Hack, Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Paolo Conte, Roberto Baggio, Giorgio Armani, Liliana Segre, Dario Fo, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Michelangelo Antonioni, Roberto Benigni, Vasco Rossi, Monica Vitti, Valentino, Achille Castiglioni, Bruno Munari, Fabrizio De Andrè, Carla Fracci, Gino Strada, Toni Servillo, Giorgetto Giugiaro e Lina Wertmuller.

Bebe Vio ritratta da Guido Harari

«Sono ritratti molto diversi tra loro, con una prevalenza di bianco e nero. Mi pare che ognuno rispecchi la particolarità dei soggetti, a volte con ironia e un gusto quasi teatrale, improntati a una buona dose di giocosità e improvvisazione. Ci saranno diverse foto inedite, tra cui una di Gianmaria Testa. Scoperta solo di recente nel mio archivio, è stata rielaborata nello spirito di alcune mie ricerche degli ultimi anni», dice Harari.

Nelle mostre tenute ad Ancona, Ferrara e Milano c’è stata la possibilità di farsi ritrarre, all’interno del set fotografico chiamato La caverna magica, e diventare parte della mostra stessa. «Ad Alba la Caverna aprirà all’incirca da fine aprile a fine maggio, ma in una sede separata dalla mostra. Diversamente dalle tappe precedenti, rimarrà un progetto indipendente». Per accompagnare “Italians” «abbiamo prodotto un album di grande formato, con il materiale esposto e i contributi miei e di Beppe Severgnini. Stiamo già realizzando un volume in piena regola che sarà pubblicato in autunno da Rizzoli Lizard».

Davide Barile

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