L’ITINERARIO Mentre l’ex strada statale 29 del Colle di Cadibona porta da Torino a Savona passando per Alba, il tracciato dell’autostrada transita da Mondovì. La capitale delle Langhe è però al centro dell’Altra via, il cammino che parte dal capoluogo piemontese per arrivare alla città portuale ligure sede di Provincia. Gli ideatori sono due torinesi, il giornalista Dario Corradino e Gianni Amerio, oculista. Il cammino lo hanno ipotizzato prima della pandemia e, nel 2021, ne è stata pubblicata una guida (edizioni Morellini).
Spiega Corradino: «Siamo entrambi appassionati di grandi camminate e abbiamo avuto l’idea di andare al mare a piedi. Lo abbiamo fatto preferendo alla pianura posti inconsueti». Da allora, «abbiamo avviato la procedura burocratica per il riconoscimento ufficiale del percorso. È iniziata una lunga trafila e, se andrà a buon fine, aprirà la possibilità di accedere a bandi per finanziare la manutenzione dei sentieri. Dell’iniziativa devono farsi promotori enti pubblici, come Province e Città metropolitane. Siamo soddisfatti, perché centinaia di persone, anche stranieri, l’hanno già percorsa».
Corradino e Amerio si sono avvalsi dell’aiuto di Turismo in Langa e, per la parte ligure, degli esperti di Wild Bormida. In più, la coppia di amici ha da poco pubblicato per Edizioni dei cammini Come inventare un cammino (e rovinarsi la vita). «Narriamo aneddoti e fatti curiosi, lo abbiamo fatto per prenderci in giro, partendo proprio dalle difficoltà incontrate. In autunno potremmo presentarlo ad Alba».
Muoversi in modo diverso tra luoghi conosciuti
L’Altra via misura 206 chilometri ed è suddivisa in 9 tappe lunghe dai 20 ai 25 chilometri ognuna, in prevalenza su sentieri e strade bianche. Solo l’ultima è più corta, con 18 chilometri e mezzo. L’itinerario è segnalato con un adesivo e due pallini, uno blu – con la direzione – e uno rosso, i colori di Torino e Savona.
La prima frazione parte dalla Gran Madre di Torino. In pochi chilometri, tra strade, scalinate e sentieri, si arriva in mezzo al bosco. Emilio Salgari aveva casa qui vicino e, come ipotizzano gli autori, l’ispirazione per i suoi racconti ambientati nella giungla arrivava dalla fitta vegetazione a poca distanza dalla città. Si giunge in poco tempo alla basilica di Superga. Qui è possibile visitare la cripta con le tombe dei Savoia e la lapide che ricorda lo schianto dell’aereo con i giocatori del Grande Torino.
L’arrivo è ad Andezeno, piccolo paese della collina torinese dal quale parte la seconda tappa diretta a Cortazzone, dove il portone della chiesa di San Secondo è decorato con conchiglie, simbolo dei pellegrinaggi. Qui, i vigneti di Freisa e Malvasia si incrociano con i campi coltivati. Con una piccola deviazione si può raggiungere Colle don Bosco, luogo natio del santo Giovanni.
Tra boschi e castelli d’altri tempi
Si prosegue prima tra i boschi e poi in un continuo saliscendi di borghi e castelli, tra cui spiccano Monale e Tigliole. Siamo ormai a San Damiano d’Asti, punto di incontro tra Roero e Monferrato. L’entrata ad Alba avviene passando da Govone, Priocca, Magliano Alfieri, Castagnito e Guarene, su creste e sentieri.
La successiva tappa punta verso Bossolasco. Passato il lungo rettilineo di Ricca, si devia verso le vie Rittano e Ferreri nel Comune di Rodello, arrivando dai ripetitori di Bricco Spaccato e proseguendo, con leggere deviazioni rispetto alla strada principale, verso il paese delle rose.
Da Bossolasco il cammino procede in direzione di Ceva, passando dalla strada della Pedaggera, che tocca Torresina e transita da un obelisco napoleonico e dal forte di Ceva. Tra le attrazioni spiccano il teatro Marenco e la torre Guelfa di porta Tanaro. Nel tratto tra Ceva e Millesimo (con il maniero del Duecento), inizia la Liguria. Nel primo paese della regione, Roccavignale, sono presenti un antico dolmen, due laghetti e le rovine di un castello.
Si punta poi verso Montenotte Superiore, i luoghi delle battaglie napoleoniche nella Campagna d’Italia e cascina Miera, dalla quale si può partire per visitare la riserva dell’Adelasia e le sue maestose faggete. Si tocca quindi il centro di Altare, famoso per l’arte vetraria, e la discesa verso Savona avviene tra boschi e guadi. Prima del tuffo in mare, meritano una visita la torre medievale Leon Pancaldo e la fortezza del Priamar.
Davide Barile