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60 anni fa il mondo scopriva Merckx: quel giorno in gara c’era anche Bruno Vaschetto

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Bruno Vaschetto

CICLISMO Il 5 settembre del 1964, alle 5 del mattino, un pullman di tifosi partì da piazza San Paolo ad Alba diretto a Sallanches, in Francia. Lo scopo del viaggio era sostenere il ventunenne Bruno Vaschetto, impegnato in maglia azzurra ai Mondiali dilettanti. La trasferta era organizzata dall’Unione sportiva Centotorri, società per la quale gareggiava Vaschetto. Il viaggio, come scrisse Gazzetta d’Alba, costava 3.500 lire.

La comitiva albese ebbe anche l’onore di una citazione sulla Gazzetta sportiva (nome dell’edizione del lunedì del noto quotidiano rosa), che sottolineò il tifo caloroso dei nostri concittadini sul rettilineo d’arrivo.

Vaschetto in nazionale

Vaschetto (classe 1943, morto prematuramente nel 1989) ottenne la convocazione a coronamento di un’ottima stagione, che lo vide imporsi nella Milano-Asti, in una corsa a Genova e nel memorial Papà Bertolino a Torino. Il ciclista albese si piazzò anche quinto al Giro del Lazio e secondo al Campionato italiano. Vaschetto era uno degli uomini di punta di quella Nazionale che schierava anche Felice Gimondi.

60 anni fa il mondo scopriva Merckx: quel giorno in gara c’era anche Bruno Vaschetto 2Nella prova iridata, sulla distanza di 186 chilometri, la sfortuna prese di mira Vaschetto, che entrò nella prima fuga di giornata, ma una caduta e una foratura lo misero fuori causa quasi subito, tant’è che la cronaca della Gazzetta sportiva lo dava già fuori dai giochi dopo il sesto dei sedici giri in programma.

Vinse un belga con una sola vocale nel cognome, Eddy Merckx, che la Gazzetta descrisse come «un velocista che ha trovato la maniera di eccellere anche in salita». La definizione oggi appare un po’ semplicistica, ma nel decennio successivo tutto il ciclismo mondiale imparerà a conoscerlo meglio.

Anche il resto del podio fu di alto livello. La medaglia d’argento andò all’altro belga Willy Planckaert (che da professionista vincerà tappe al Giro e al Tour) e terzo si classificò lo svedese Gosta Petterson, terzo al Tour del 1970 e vincitore del Giro d’Italia nel 1971. Nello squadrone belga c’era anche Walter Godefroot, che da professionista diventerà un cacciatore di classiche aggiudicandosi Parigi-Roubaix, Liegi-Bastogne-Liegi e due Giri delle Fiandre.

Corrado Olocco

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