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Ad Alba le piste ciclabili promosse (con debito)

Le piste ciclabili albesi hanno ottenuto dalla Fiab tre biciclette su cinque, oltre a una serie di prescrizioni su come migliorarle

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ALBA Un esame superato, ma solo in parte. Alba, dal 2019, fa parte dei Comuni ciclabili riconosciuti dalla Federazione italiana ambiente e bicicletta (Fiab). Sulla base dei criteri analizzati per valutare i risultati ottenuti dai Comuni ciclabili, alla città è stato assegnato il punteggio di tre biciclette sulle cinque che corrispondono al massimo.

I criteri presi in esame comprendono la dotazione di ciclabili urbane, le strategie di moderazione della velocità del traffico e di integrazione tra mobilità diverse, l’offerta dedicata al cicloturismo e l’impegno per una progressiva affermazione della mobilità ciclabile nell’ambito del centro urbano. Nel segnalare il punteggio, Fiab ha voluto specificare una serie di aspetti, in particolare per quanto riguarda i problemi di manutenzione ai diversi percorsi. Ne abbiamo parlato con Marco Ravina, presidente della sezione locale dell’associazione, che è coinvolta nel riconoscimento.

Ravina, come stanno le ciclabili albesi?

«La bandiera riporta tre biciclette su cinque, ma possiamo e dobbiamo fare meglio. La viabilità e il traffico rappresentano per Alba un grave problema e la mobilità ciclabile è uno strumento con cui affrontare questa criticità. Dobbiamo raggiungere l’obiettivo di cinque biciclette, che è alla nostra portata, ancora di più se riusciremo a completare i sei percorsi del Piedibus, attualmente di sola andata e senza il servizio al ritorno».

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E la manutenzione?

«Assistiamo, da un paio di anni a questa parte, a un sostanziale calo della cura riservata ai percorsi ciclabili urbani. Emergono importanti carenze sotto il profilo della manutenzione ordinaria e in particolare della tracciatura della segnaletica orizzontale. Sono tutti elementi importanti per garantire la sicurezza degli utenti».

Ci sono altre criticità?

«La carenza di manutenzione riguarda anche il problema delle radici degli alberi, il dissesto di alcuni tratti d’asfalto, così come la mancanza di interconnessione tra i percorsi e la sempre più scarsa delimitazione delle corsie. Ci sono anche elementi di pericolo, come la presenza di auto sulle stesse ciclabili, che obbligano i ciclisti a occupare le corsie del traffico veicolare. Attraversare la città in bicicletta purtroppo è diventato più difficile e molto più insidioso».

Cosa chiede la vostra associazione?

«Un sostanziale cambio di paradigma e una decisa inversione di tendenza rispetto agli ultimi due anni. Siamo consapevoli che si stanno sviluppando dei grandi progetti (come le piste ciclabili da Alba verso Piobesi e Canelli), ma è fondamentale partire dai problemi quotidiani, che penalizzano i cittadini e la vivibilità della città».

Beppe Malò

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