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Giornate di ordinaria violenza nei penitenziari piemontesi

Faceva prostituire una disabile, arrestata una donna astigiana

IN REGIONE «Dobbiamo fare sistema con le politiche attive del lavoro, la formazione professionale, la scuola e i progetti avviati con il privato sociale e il territorio», sono le richieste portate al Consiglio regionale da Bruno Mellano, garante dei detenuti piemontese in carica fino a febbraio 2025.

Sovraffollamento, suicidi e minori dietro le sbarre sono i tre temi discussi dal Consiglio nei giorni scorsi. «Negli ultimi tre anni i detenuti nel sistema penale minorile sono aumentati: erano 318 a dicembre del 2021 e 580 nel- l’agosto 2024. Una situazione che, a causa di crescenti disagi, proprio all’inizio di agosto ha provocato una rivolta all’Istituto minorile Ferrante Aporti di Torino dove, su una capienza massima di 46 posti, i detenuti erano 60».

Le condizioni sono dimostrate anche dal numero dei suicidi. «A oggi sono 73 in Italia, 6 in Piemonte, mentre in tutto il 2023 sono stati 69, di cui 5 nella nostra regione».

Senza dimenticare «le questioni relative ai servizi dedicati al disagio mentale: le articolazioni per la tutela della salute mentale (Atsm), le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) e i servizi dedicati sul territorio». Un disagio vissuto in contemporanea anche dalla Polizia penitenziaria in prima linea ogni giorno negli Istituti italiani. Le violenze denunciate dal sindacato autonomo Polizia penitenziari (Sappe) riguardano le carceri di Alessandria, Torino, Novara e pure Cuneo. A raccontare quelle che vengono definite “giornate di ordinaria violenza nei penitenziari piemontesi” è Vicente Santilli segretario per il Piemonte. 

Nel carcere di Alessandria un detenuto avrebbe dato di matto durante una visita nell’infermeria: «Tra insulti e improperi di ogni genere, il detenuto ha iniziato a distruggere gli arredi presenti nell’ambulatorio. Il primo agente intervenuto per contenerlo è stato colpito al volto con un violento pugno». Poco dopo a Novara un altro è uscito dalla cella e rifiutandosi di rientrare ha allagato la sezione aprendo la manichetta dell’antincendio.

Ma è a Torino che la rivolta ha avuto le conseguenze più gravi. I detenuti hanno preso possesso di una parte del penitenziario. Gli agenti, colti di sorpresa non hanno potuto fare altro che indietreggiare mentre i rivoltosi danneggiavano arredi, computer e saccheggiavano l’infermeria. Non sono mancati ovviamente feriti tra la Polizia penitenziaria che ha riportato l’ordine non senza fatica.

Non va meglio a Cuneo dove è stato in visita nei giorni scorsi Santilli. «Le condizioni della casa circondariale continuano a essere allarmanti per sovraffollamento, carenza di organico e difficoltà nella gestione della popolazione detenuta».

«Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse e i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno».

 Elisa Rossanino

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